Il paragone con Piqué, il master con Guardiola e non solo: chi è Eric Garcia, obiettivo Como
Eric Garcia ha solo 24 anni, appena compiuti, eppure ha già una storia ricchissima e una carriera fuori dal comune. In Spagna è considerato ancora uno dei talenti più promettenti del calcio spagnolo e proprio per questo Cesc Fabregas l'ha segnalato al Como, che sta tentando di portarlo in Serie A in questo mese di gennaio. Difensore centrale con grande intelligenza tattica e capacità di impostazione, Garcia ha già vissuto un percorso calcistico di alto livello che lo ha portato dal Barcellona al Manchester City, per poi fare ritorno nel club catalano. Cresciuto nella celebre cantera del Barcellona, La Masia, Eric Garcia ha mosso i primi passi nel calcio mostrando fin da subito qualità straordinarie. Quando si innamorò per la prima volta del calcio, Guardiola stava guidando la squadra blaugrana che dominava il calcio europeo. Guardando giocatori come Puyol, Piqué e Mascherano, Garcia sviluppò un istinto naturale per il ruolo di difensore centrale, ispirandosi alla loro visione e al loro stile di gioco.
La scelta di Manchester: un rischio calcolato
Nel 2017, all'età di 16 anni, Garcia ha preso una decisione coraggiosa lasciando il Barcellona per trasferirsi al Manchester City. Guardiola, da sempre attento ai giovani talenti, aveva un progetto chiaro per il difensore spagnolo: un percorso graduale che lo avrebbe portato fino alla prima squadra. “È stata una decisione difficile lasciare la mia famiglia e i miei amici per andare in un paese con una lingua diversa, ma è stata la scelta giusta per il mio futuro”, ha dichiarato Garcia. Al City, Eric ha avuto modo di crescere sotto la guida di uno degli allenatori più esigenti e innovativi del mondo. Giocare da difensore con Guardiola non è semplice: ci si aspetta che i difensori siano creativi con la palla, sappiano iniziare l'azione e siano sempre pronti a difendere in situazioni complicate, come quando la squadra difende nella metà campo avversaria lasciando ampi spazi alle spalle. La crescita di Garcia al Manchester City è stata rapida. Dopo aver impressionato nelle giovanili, ha debuttato in prima squadra a soli 17 anni in una partita di Carabao Cup contro il Leicester City. La sua intelligenza tattica e la capacità di leggere il gioco lo hanno reso uno dei preferiti di Guardiola, nonostante la concorrenza di difensori più esperti. “Quando sono arrivato in prima squadra, allenarmi con giocatori come De Bruyne, Aguero e Silva è stato uno shock. Vederli in televisione e poi trovarmi al loro fianco è stato incredibile. Ogni giorno imparavo qualcosa di nuovo”, ha raccontato Garcia. Anche se avrebbe potuto avere più minuti in prestito altrove, Guardiola ha preferito tenerlo al City per permettergli di imparare dai migliori. Questo periodo è stato fondamentale per la sua crescita, consolidando le basi per il suo ritorno al Barcellona.
Il ritorno al Barcellona, l'impatto, il poco spazio.
Nel 2021, Eric Garcia è tornato al Barcellona, realizzando il sogno di giocare nel club che considera casa sua. Al Camp Nou, Garcia si è trovato a dover dimostrare di aver raggiunto il livello necessario per imporsi nella squadra, sfruttando le competenze acquisite sotto la guida di Guardiola. Nonostante la pressione, Garcia ha dimostrato di essere all’altezza, portando in dote al Barcellona non solo la sua capacità di difendere, ma anche di impostare il gioco da dietro, un tratto distintivo dei difensori moderni. Con il suo ritorno, ha avuto l'opportunità di giocare al fianco di Gerard Piqué, il giocatore a cui è stato spesso paragonato. Subito titolare alla prima stagione, ha poi perso un po' di spazio in quella successiva. E allora nell'estate del 2023 la scelta di lasciare di nuovo Barcellona, direzione Girona, squadra nella quale si rende autore della sua miglior stagione probabilmente, diventando perno di una formazione capace di raggiungere da outsider la Champions League, contribuendo con 5 gol al raggiungimento di un traguardo impronosticabile a inizio annata. Quest'estate il rientro alla base, ancora al Barcellona, ma con Flick solo 11 presenze e quasi mai da titolare. Ecco perché Como e la Serie A lo stuzzicano non poco.