Pepito Rossi: "Fiorentina-Juventus 4-2 è stata la più bella mezz'ora della mia vita"

Giuseppe Rossi è stato protagonista di una lunga intervista a Radio TV Serie A, nella quale ripercorre alcune delle tappe della propria carriera. Su tutte, la parentesi fortunata al Villarreal: "Il primo anno in Spagna feci 17 gol. Avevo 20 anni, volevo giocare a quei livelli e far vedere al mondo il mio talento. Così arrivò la Nazionale nell'anno dei Mondiali in Sudafrica, ma venne a mancare mio papà. Presi un mese per stare con la mia famiglia, tornai a marzo e feci due mesi di campionato. Iniziò il ritiro e il motivo per cui Lippi mi disse che non mi avrebbe portato era perché, secondo lui, a livello emotivo, non ero pronto. Avrei voluto parlargli prima della lista definitiva, dirgli che dopo la morte di mio papà avrei avuto invece un motivo in più per fare bene".
Messi. "Mi voleva il Barcellona di Guardiola, la figura principale era ovviamente Leo Messi. Si diceva che tutti i giocatori che andavano al Barcellona passassero da lui. Non so se fosse vero, quello che so è che mi vedevano nel tridente con lui e David Villa e questo fa capire che stagione avessi fatto, quello che ero diventato. La trattativa non andò a buon fine perché il Villarreal voleva qualcosa di più a livello di fisso, più che di bonus. Saltò tutto. Avrei giocato in una delle squadre più forti della storia del calcio".
La Juventus.. "Nella stessa estate ci fu una grande possibilità di andare alla Juventus. Mi offrirono un bel contratto, parlai con Marotta e Conte e mi dissero che mi volevano per il dopo Alex Del Piero. Ricordo che all'inizio esitai, non ero convinto del fatto che fossero tornati ad essere quella grande Juve del passato. Mi fecero un'offerta che comunque non avrei potuto rifiutare. Perciò andai dal Villarreal a dire che volevo partire, ma il club bloccò la trattativa perché avevano già fatto cessioni importanti e dissero che in Champions volevano fare bella figura. Mi dissero: questo è il contratto, dicci quanto vuoi per rimanere. Da questo punto di vista, fu un bel momento".
Fiorentina-Juventus 4-2 "Non solo della carriera, è stata la più bella mezz'ora della mia vita. In quel Fiorentina-Juve capii cosa significasse quella rivalità per i fiorentini. Dopo i due gol della Juve iniziammo a sentire i primi mormorii in tribuna. Avevamo voglia di ribaltarla. di regalare gioia ai nostri tifosi. Perciò uscimmo dagli spogliatoi cercando di colpire prima, ma senza quella parata clamorosa di Neto su Marchisio, quel 3-0 ci avrebbe sfondato. Il resto è storia".
Gli infortuni. "Quando ti fai male, l'infortunio ti toglie tutto. Tu sei lì, consapevole di non poter fare nulla ed è bruttissimo. Quei momenti da solo, sono i momenti più pericolosi a livello psicologico, ti fai tante domande con il "se" davanti. Quello che ho imparato in quei 1000 giorni di infortunio era di pensare meno ai se e di concentrarsi di più sugli obiettivi giornalieri che ti dai per migliorare e per andare avanti, per continuare a tenere vivo il sogno. Sono periodi bui che devi imparare ad affrontare".
