Da Johnsen a Bellanova, le cessioni che fanno infuriare mister Paolo Vanoli
Il Torino scenderà in campo questo pomeriggio, alle ore 18:30 contro l'Atalanta, dove è approdato nei giorni scorsi Raoul Bellanova, che non prenderà però parte al match odierno. Una cessione che non ha trovato il gradimento del tecnico granata Paolo Vanoli, che nel corso della conferenza stampa pre partita, tenutasi ieri, non ha nascosto il suo disappunto per il passaggio in nerazzurro del classe 2000.
"Non c'erano avvisaglie per le cessione di Bellanova - ha detto il mister -. Dopo il Milan è andato anche in conferenza stampa, non mi sarei aspettato la cessione. Ho un gruppo unito e maturo, anche i ragazzi sono rimasti sorpresi. Io continuerò a fare il mio lavoro, non dobbiamo abbassare la testa davanti a una decisione che non è compito nostro. Ho detto alla squadra di voltare pagina: a volte si viene feriti, ma dobbiamo uscirne più forti. Se mi hanno dato spiegazioni? Quando una società mi vende un giocatore all'insaputa, è inutile cercare spiegazioni. Non sono d'accordo su questa vendita, ma alzo la testa e vado avanti. Ho detto al presidente in faccia ciò che penso, ma non sono una persona che batte i pugni. Ho fiducia nel mio lavoro. L'anno scorso mi è successo qualcosa di peggio e ne sono uscito. Grido ad alta voce che non dobbiamo usarlo come alibi, io ho un gruppo forte e mi basta questo".
Il riferimento alla passata stagione è legato alla sua avventura al Venezia, con il club lagunare che a gennaio, in piena corsa promozione cedette Dennis Johnsen alla Cremonese, diretta concorrente. Anche allora, Vanoli disse la sua senza mezzi termini: "Avevo già espresso al mio direttore Antonelli il mio diniego a questa cessione. Ci siamo fatti un autogol, è incomprensibile rafforzare una diretta concorrente alla Serie A, con un ragazzo a un anno dalla scadenza perché ha fatto i capricci. Sapete quanti ragazzi da quando sono qua hanno fatto i capricci? Tanti, li ho dovuti risolvere. Questo è quello che voglio dire. Per me chi dice che viene mandato via perché ha fatto i capricci ci può anche stare, ma non con il mercato chiuso e non per rafforzare una diretta concorrente, vuol dire che gli obiettivi economici non corrispondono con quelli sportivi e quindi dobbiamo chiarirci".
Alla fine, però, i playoff sorrisero al Venezia, che nella finalissima per la Serie A ha battuto proprio la Cremonese. E affrontare la sua ex squadra, per Johnsen era divenuta una maledizione: in campionato, post mercato, non scese in campo per squalifica, nella gara di andata del playoff era costretto ai box per infortunio. Poi appunto il match di ritorno, storia nota...