Buffon: "PSG, Porto, Juve... Così sono andati i miei trasferimenti nel 2018 e nel 2019"
Lunga intervista concessa ai microfoni di 'Juventibus' da Gianluigi Buffon. Nel corso del botta e risposta, l'ex capo-delegazione della Nazionale ha ricordato i motivi che nell'estate 2018 lo spinsero a lasciare la Juventus per approdare al Paris Saint-Germain: "Nell'estate precedente decidemmo che dopo aver giocato il Mondiale 2018 mi sarei ritirato. Poi succede che alla Coppa del Mondo non ci qualifichiamo e l'idea di finire con questa delusione mi dava fastidio, anche perché stavo molto bene fisicamente. Al termine di Atalanta-Juve di Coppa Italia, mi incontrai con Andrea Agnelli e lui mi chiese se avrei voluto fare un altro anno alle spalle di Szczesny, giocando la Champions. Però io la Juventus la conoscevo da vent'anni, conoscevo loro, avevano preso Szczesny perché sapevano che io non sarei rimasto e fare un passo indietro gli avrebbe creato dei problemi. Lo ringraziai, ma rifiutai.
E ancora: "Arriva fine aprile, incontro il il mio procuratore e mi dice che sarebbe stato un peccato smettere. Io ribadii la mia scelta, ma aggiunsi: "Però dovessero chiamarti il PSG, il Barcellona o il Real Madrid richiamami'. Martina mi richiama dopo 20 giorni e mi dice: 'Gigi, non ci crederai ma mi ha chiamato il PSG'. Io mi sono sentito inorgoglito, mi hanno anche offerto un sacco di soldi e in quel caso lì ti fa risentire vivo, forte, ti fa risentire figo. A quel punto chiamo Agnelli, Paratici e Marotta e glielo spiego. Loro mi hanno capito: magari non gli avrà fatto piacere, speravano fossi rimasto, ma capivo che se rimanevo si sarebbe incastrato male"
E perché torni un anno dopo?
"Perché mentre stavo andando al Porto Paratici mi chiama e mi fa: 'Cosa fai, vieni qua...' Io gli dico: 'Fabio, tornare alla Juve e fare il secondo portiere...' Non lo so, all'inizio non mi convince, però alla fine torno perché penso che anche quella è una dimostrazione di affetto alla causa. Per me quello è stato un altro episodio nel quale senza baciarsi lo stemma sulla maglia dimostra quando ci tiene a determinate cose. Però poi queste cose vanno raccontate, altrimenti c'è sempre chi si mette in mezzo e vuole vederci del marcio".