Marko Livaja, bad boy con pugno a Radovanovic e altre disavventure
Marko Livaja sembrava potesse essere uno dei protagonisti del nostro campionato per un decennio. Perché con l'Inter era passato molto presto dalla Primavera - dove aveva fatto vedere grandi cose, vincendo anche la NextGen, antesignana della Youth League - alla prima squadra, con addirittura quattro gol in Europa League e il passaggio all'Atalanta, come moneta di scambio nell'affare che portò Ezequiel Schelotto a Milano.
L'impatto con la nuova realtà è straordinario, perché sotto una nevicata che rischia di far saltare Atalanta-Roma, si ritaglia lo spazio per essere premiato come miglior giocatore della partita. Una doppietta da grande centravanti che lo lancia direttamente fra i titolari, con la sensazione che possa diventare imprescindibile. Una possibile plusvalenza, per dirla ai giorni nostri. Le attese però vengono disilluse e sul finire di stagione Livaja finisce anche fuori dai convocati per un pugno rifilato a Radovanovic durante un allenamento. Eppure i due erano molto legati e andavano al centro sportivo insieme, almeno fino a quel momento che sancì, di fatto, l'addio di Radovanovic al nerazzurro.
Livaja rimarrà per un'altra stagione, senza però brillare come quella volta sotto la neve. La sua esperienza a Bergamo finirà con un dito medio verso la tribuna, insultando poi su Facebook gli italiani. Non una bella immagine. La sua carriera così si snoda poi verso Kazan, poi Empoli, Atene e infine il ritorno all'Hajduk Spalato, dove è il miglior cannoniere degli ultimi tre anni e mezzo con 72 reti. Oggi Marko Livaja compie 31 anni.