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Fabio Pecchia, "l'Avvocato"

Fabio Pecchia, "l'Avvocato"TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
sabato 24 agosto 2024, 07:26Nato Oggi...
di Redazione TMW
fonte mondi.it
Fabio Pecchia (Formia, 24 agosto 1973) è un allenatore di calcio ed ex calciatore italiano, di ruolo centrocampista, tecnico del Parma.

Auguri a Fabio Pecchia: Nato il 24 agosto 1973 a Formia (in provincia di Latina), è un ex calciatore e poi allenatore, soprannominato "l'avvocato", perché ha la laurea in giurisprudenza.
Inizia nelle giovanili dell'Avellino, diventando un titolare fisso della squadra campana nel 1992-1993 in serie C1.
Diplomato ragioniere ad Avellino nel corso degli anni 90, successivamente nel 2007, durante il periodo di militanza a Foggia, consegue la laurea in giurisprudenza all'Università degli Studi di Napoli Federico II.
La stagione seguente gioca subito, sempre da titolare, nella massima serie italiana nel Napoli di Lippi. Resta nella squadra del capoluogo partenopeo altre tre stagioni, divenendone il capitano e realizzando in totale 15 gol in 125 presenze.

In carriera indossa anche la maglia di Juve, Sampdoria, Torino, Bologna, Como, Siena, Ascoli, Foggia e Frosinone, vincendo uno scudetto, una Supercoppa italiana e una Coppa Italia di serie C.
Con i rossoneri del Foggia inizia la carriera d'allenatore come vice, passando poi al Gubbio. Contribuisce alla promozione in serie B del Latina. È il secondo di Rafael Benítez al Napoli, per due anni dal 21 giugno 2013, e poi al Real Madrid, fino al 4 gennaio 2016 quando il tecnico spagnolo ha perso la prestigiosa panchina.
Da marzo a fine maggio 2016 è sempre il vice di Benitez ma al Newcastle. La collaborazione tra i due finisce quando l'Hellas Verona sceglie Pecchia come nuovo allenatore, dopo la retrocessione in serie B. Il campionato 2016/17 si conclude con la promozione in serie A degli scaligeri. Concluso il seguente campionato con una retrocessione, lascia la formazione veneta.

Allena una squadra giapponese dal dicembre 2018 al giugno 2019, quando diventa per una stagione il tecnico dell'U23 della Juventus, al suo secondo campionato di serie C e unica squadra B dell'intero panorama calcistico italiano. Il 27 giugno 2020 conquista la Coppa Italia di serie C. Dal 7 gennaio 2021 è il tecnico della Cremonese in serie B che riporta, dopo 26 anni, in serie A. Risolto il contratto con i lombardi, dal giugno 2022 è il nuovo allenatore del Parma, sempre nella serie cadetta. Vincendo il campionato 2023/24, nella stagione 2024/25 guida i parmensi in serie A.

Pecchia: “Ci ho messo 10 anni ma sono diventato avvocato” (il Giornale)
Fabio Pecchia? Scusi, ci conferma la sua laurea?
“Si, in Giurisprudenza, all’Università di Napoli”.

Ma allora cosa ci fa ancora a Foggia a 34 anni?
“Veramente spero di andare avanti a giocare per molto tempo, il calcio è la mia passione altrimenti non sarei qui. Intraprendere la carriere di allenatore mi entusiasma ma se dovesse andare male poi magari esercito”.

La classica porticina che si tiene aperta?
“Volevo vivere a 360 gradi, il calcio è un mondo straordinario ma ti preclude altre conoscenze, volevo aprire la mia mente, il Diritto poi è sempre stata una materia che mi appassionava fin dagli studi di ragioneria quando ero ad Avellino”.

Un secchione?
”Macchè, c’ho messo dieci anni a laurearmi e devo anche ringraziare mia moglie. Noi ci siamo conosciuti all’Università e mi interrogava prima di ogni esame, avvocato anche lei. Ci sono stati periodi durissimi, il calcio, la famiglia, poi sono arrivati i figli. Commerciale e Procedura Civile li ho dati mentre ero già padre”.

E il primo se lo ricorda?
“Storia del Diritto romano, un classico, non è un esame difficilissimo. Il difficile è riprendere gli studi se si lascia passare troppo tempo dopo le superiori. Sono sempre stato molto proiettato nella mia carriera calcistica ma non ho mai smesso di pensare a laurermi”.

Lei è sempre così determinato?
“I miei mi hanno insegnato a rispettare gli impegni presi. Tutto qui. Andavo da una squadra all’altra e mi portavo dietro i miei libri, Avellino, Napoli, Juventus, Torino, Siena, Bologna, neanche me le ricordo più, meglio consultare l’Almanacco. Tante volte ho dovuto rinunciare a qualche cena con i compagni, tutti con una grande pazienza perché io ripetevo le lezioni nello spogliatoio ad alta voce e molti erano anche interessati”.

E’ riuscito a convincere qualcuno a riprendere gli studi?
“Partivo sempre con questa domanda: secondo voi sono uno scienziato?”.

E loro?
“Giù a ridere. Però era un peccato, molti hanno qualità ma si fanno vincere dalla pigrizia. E’ una sfida anche questa, gli studi non precludono la carriera calcistica. Ma non credo sia facile per un ragazzo che si sacrifica con allenamenti lontano da casa e spostamenti quotidiani, mettersi sui libri alla sera”.

Lanci un appello.
“Non si studia per avere uno sbocco, i guadagni che offre il calcio valgono di più di un pezzo di carta. Si studia perché si apre la mente”.

Poi se uno fa il calciatore, un diciotto lo porta sempre a casa, o no?
“Battevo i denti, non dormivo la notte, la tensione prima di un esame non l’ho mai provato in vent’anni di calcio”.

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