Tanto nervosismo e aspettative altissime… ma c’è chi sta bene
“Non farei mai l’allenatore. Un giorno sei un fenomeno, l’altro un incompetente”. Questa frase me l’ha ripetuta, più volte, un Campione del Mondo 1982. Credo che sia veritiera. Anzi, più il calcio si evolve e più mi chiedo quanto coraggio serva per decidere di fare l’allenatore. Certo, la motivazione economica è fondamentale, ma bisogna essere anche un po’ masochisti per decidere di sedersi su una panchina, soprattutto di club prestigiosi. Ultimamente penso spesso a Thiago Motta e Conceiçao. Guidano, rispettivamente, Juventus e Milan, ossia due club che DEVONO sempre vincere. Hanno caratteri molto diversi, stili di gioco agli antipodi ma, entrambi, combattono ogni giorno per dimostrare che hanno ragione loro, che le loro idee sono quelle giuste…
Thiago Motta, arrivato tra squilli di tromba, ora sta vivendo uno psicodramma sportivo. Il popolo bianconero era convinto di aver trovato il nuovo messia ma, alla luce dei risultati ottenuti sino ad ora, in tanti cominciano a dubitare che Thiago Motta sia l’uomo giusto al posto giusto. E che dire di Conceiçao? Il suo “vivere la partita in maniera sanguigna” è lodevole ma il nervosismo è evidente (il litigio con Calabria non è un fatto normale). Li capisco, non deve essere facile gestire tutta la pressione che hanno addosso. Thiago Motta, anche in virtù delle sue scelte, si è ritrovato in una situazione scomodissima: ad ogni passo falso, le critiche sono pesantissime.
Conceiçao sa che, per non fare la fine di Fonseca, deve vincere e convincere, senza concedere nulla ai detrattori.
Il vero problema è che, anche se dovessero far bene per un po’, alla fine saranno giudicati per i risultati a fine stagione. Juventus e Milan non possono accontentarsi di una qualificazione alla prossima Champions League, almeno non i loro tifosi. Se alleni Juventus e Milan, DEVI portare trofei, non c’è altro modo per farsi rispettare. Thiago Motta e Conceiçao lo sanno perfettamente ma, come dice un vecchio proverbio popolare, “…tra il dire e il fare, c’è di mezzo il mare”.
E dire che c’è chi se la gode in maniera completamente diversa, ovvero Conte e Inzaghi. Il primo si sta prendendo una valanga di complimenti per aver risollevato una squadra che sembrava morta e sepolta. Il secondo continua a trovare il modo di far rendere al meglio la sua amata Inter. Eppure, anche loro due, per continuare ad essere idolatrati, non possono permettersi passi falsi. Perché … “Non farei mai l’allenatore. Un giorno sei un fenomeno, l’altro un incompetente”. E c’è chi dice che il mestiere dell’arbitro è più difficile. Ho qualche dubbio…