Barella gol da 10. Juve se vinci piaci. Cinema di Motta. Il piano di Mourinho
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Torna la rubrica sulle pagine di TMW con Marco Piccari - direttore di TMW Radio - che con il suo “Due di Piccari” racconta l'attualità del calcio italiano anche dopo la 14esima giornata con tre carte di scala quaranta. Il due di Cuori, di Picche e il Jolly.
Due di Cuori
L'Inter contro il Napoli al Maradona vince e mostra una grande completezza. Spessore mentale e tecnico. La squadra di Inzaghi durante la partita ha saputo soffrire, colpire e gestire. Un gruppo totale che è rimasto sempre nel match. Solidità e qualità si uniscono in campo e conferiscono alla squadra una forza enorme. Ottavo risultato utile consecutivo e zero sconfitte fuori casa tra campionato e coppe: i numeri di una corazzata. Dopo aver sottolineato i meriti dell'Inter, il cuore però lo regaliamo a Barella. Il centrocampista nerazzurro al Maradona realizza un gol da 10 dopo un assist pregevole di Lautaro. Intenso, feroce e tecnico, sempre di più un piccolo Nedved.
Un cuore in questa giornata lo conquista anche la Juventus che rimane in scia all'Inter. Una vittoria, contro il Monza, arrivata ai titoli di coda, inaspettata dopo il pareggio dei padroni di casa nel finale della partita; ma senza il triplice fischio c'è sempre match e i bianconeri al 94'esimo, con il colpo felino di Gatti, hanno trovato una vittoria pesante. Sì, è vero, la Juve gioca male, nella ripresa ha fatto solo difesa e non ha proposto niente, però bisogna dire che non ha mai rischiato in tutta la partita; il Monza ha fatto un solo tiro in porta. Esteticamente una Juve non bella da vedere, ma nel football si può vincere anche così. Un calcio di sofferenza, di attesa quello di Allegri, portato alla Max potenza, questa è la sua idea, questa è la sua Juventus, lui non cambierà mai, chiedere altro è utopia. Chi vi scrive non ama questa idea di calcio, ma il piacere soggettivo è altra cosa, di conseguenza bisogna riconoscere che anche la vittoria contro il Monza ha un suo perché. Nello sport bisogna soffrire e lottare fino alla fine e la Juve rappresenta al 100% questi concetti e anche così può piacere. Al termine della partita mi sono detto: certo questo secondo tempo della Juve è stato anticalcio, ma pensa come staranno godendo i tifosi bianconeri che al fischio finale hanno preso la vittoria. Ci si può divertire anche in questo modo, i giochisti mi perdoneranno.
Un cuoricino lo prende anche il Milan. Dopo la sconfitta in Champions, le polemiche su Pioli e l'entrata a gamba tesa di Maldini nel momento di difficoltà, i rossoneri battono il Frosinone e ritrovano indicazioni positive. Maignan fa il portiere e l'assistmen. Jovic segna e fornisce passaggi vincenti. Theo si sacrifica e fa il centrale difensivo. Una bella risposta del gruppo e anche di Pioli che non sembra solo come qualcuno sostiene.
Due di Picche
Mi piace e tanto Thiago Motta, con il Bologna sta facendo un lavoro importante, spesso ho premiato il tecnico con il due di Cuori, ma non questa volta. A Lecce la sua squadra si fa recuperare per un calcio di rigore concesso, giustamente al termine della partita, grazie ad un intervento del var e il tecnico nel post partita è esploso. Corretto il recupero del tempo che ricordiamo rientra nella discrezionalità dell'arbitro. La rabbia di Motta si è diretta sul varista Nasca, uno sfogo duro ed anche eccessivo. Un'uscita cinematografica quella di Motta: incomprensibile e anche fuori luogo. Se in passato Nasca ha sbagliato con lui, questo non può giustificare un attacco del genere arrivando a parlare anche di arma in mano al varista. Tatticamente Thiago Motta è allenatore preparato, ma per fare un salto di qualità sarebbe il caso di cambiare la comunicazione nei post partita. Diventare la copia di un suo ex allenatore sotto questo aspetto non è certo lodevole.
Chi è l'allenatore in questione? Facile: José Mourinho. La Roma batte il Sassuolo e lui come al solito si prende la scena, a cominciare dal prepartita. La critica preventiva prima del match all'arbitro non si era mai vista: oltre ogni limite. Nel post poi ha parlato 2'30 in portoghese per assumure un atteggiamento vittimistico davanti ai tifosi. Genialata che ha incantato tutti o chi si vuole fare incantare. Per molti un fenomeno della comunicazione, ma per chi scrive un personaggio che pensa solo a se stesso, lui mette il suo io davanti a tutto e a tutti. L'obiettivo? Cercare la strada per uscire dalla Roma e dal calcio italiano gettando le colpe ad altri: incompreso e non accontentato. La folla lo amerà comunque e i rensponsabili dell'addio, come al solito, saranno altri. Un incantatore capace di attirare la massa distribuendo parole e atteggiamenti che i tifosi vogliono sentirsi dire e vedere. Da Special one a capo popolo e in tanto la figura dell'allenatore passa in secondo piano. Lo chiamano grande comunicatore.
Jolly
Non è elegante, ma lotta su ogni pallone, qualche sbavatura è garantita però quando marca ci mette tutta la sua forza e con le buone o le cattive fa di tutto per fermare l'avanzata degli avversari. Esprime coraggio e poca raffinatezza, ma quando serve si butta nell'area avversaria e trova anche il gol. Un difensore vecchia maniera che sa graffiare la partita. È lui il jolly della Juventus: Federico Gatti, il simbolo di questa squadra.
In una partita ricca di colpi di scena il Verona pesca due jolly. Il primo è il gol di Ngonge, una rovesciata capolavoro; il secondo è la rete di Henry al 98esimo. Un gol che porta un punto al Verona e salva la panchina di Baroni. Fondamentale!
Chiudiamo con Zapata. Il Torino batte 3-0 l'Atalanta e l'ex attaccante di Gasperini apre e chiude il match con una doppietta. Distruttivo!
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