Rossi: "L'Albania costruita come un club. Partendo da un database di 800 giocatori"
Alarico Rossi, che nazionale è l'Albania?
"E' una squadra che non può non tenere conto della storia del suo paese. In Albania ci sono quasi tre milioni di persone, ma molti di più sono gli albanesi in giro per il mondo, emigrati dopo la diaspora: circa nove milioni. Nella maggior parte dei casi i giocatori li andiamo a cercare. Per farlo, abbiamo costruito un sempre più raffinato sistema di scouting".
Come lavorate per individuare i giocatori per la Nazionale?
"Viaggiamo tanto, ma altrettanto lavoriamo col video. Nella nostra lista A ci sono giocatori di 29 leghe differenti e questo vuol dire che, in ogni caso, dobbiamo tener conto dei contesti da cui arrivano, in molti casi diversissimi. Abbiamo creato un database di circa 800 giocatori potenzialmente convocabili".
Come fate a seguirli tutti?
"Con l'aiuto della tecnologia. Abbiamo ideato e sviluppato su misura per le nostre esigenze un algoritmo che ci permette di ricevere valutazioni sempre più oggettive sulla prestazioni di ogni singolo giocatore. Questo algoritmo tiene conto di tantissimi aspetti, certamente anche del campionato da cui arrivano: un conto è giocare in Norvegia, un altro in Olanda, un altro ancora in MLS. Facciamo scouting utilizzando gli stessi schemi del club, ma con una prospettiva completamente ribaltata: se nelle società quello del visto è l'ultimo dei problemi, per noi è condizione necessaria per andare avanti. Spesso ci troviamo a che fare con giocatori che possono giocare per quattro nazionali differenti".
Quindi dovete muovervi prima degli altri
"E' così, e non è detto che basti. Reja fece esordire Mitaj, difensore classe 2003 ora alla Lokomotiv Mosca, a 17 anni. Grazie a quella convocazione l'abbiamo sottratto ad altre nazionali, ora è un nostro pilastro proprio come Ismajli dell'Empoli che scelse l'Albania dopo aver giocato nell'Under 21 del Kosovo. Avere una nazionale che da diversi anni prende parte a importanti competizioni internazionali sicuramente aiuta".
Cosa produce questo scenario?
"Il risultato è che l'Albania al pari di un club è una Nazionale costruita, non scelta. Li andiamo a pescare in giro per il mondo perché i club albanesi da circa cinque anni nemmeno partecipano alle competizioni europee. La seconda conseguenza è il dover accettare di avere a che fare con giocatori che parlano lingue diverse, sono madrelingua non albanesi. Nel nostro spogliatoio si parlano anche 4-5 lingue diverse, così come del nostro staff. Multiculturalità è la nostra parola d'ordine e anche la nostra forza..."
La maggior parte però arrivano dall'Italia
"Inevitabilmente. Per la vicinanza dei due paesi, per la storia, per l'importanza del campionato che porta i giocatori a crescere esponenzialmente. Guardate Djimsiti, grazie all'Atalanta è diventato un centrale fortissimo. Ma ne abbiamo diversi, compreso Ramadani che è approdato a Lecce dopo aver fatto un bel tour dell'Europa"
Cosa temete di più dell'Italia?
"E' la squadra detentrice del titolo, ci sono giocatori che conoscono perfettamente questo tipo di partite. L'Italia è composta da top player abituati a giocare ogni tre giorni".
E qual è la prima qualità dell'Albania che ti viene in mente?
"Dalla nostra abbiamo l'entusiasmo, non abbiamo nulla da perdere. E poi come detto tanti dei nostri convocati giocano in Serie A: questa sfida poterà con sé motivazioni supplementari".
Cosa vi ha portato in più Sylvinho?
"Lui e il suo staff vivono e lavorano tutti i giorni nell'ufficio della Federazione a Tirana. Siamo sempre insieme, a stretto contatto, e questo ci permette di avere un controllo totale su tutte le dinamiche dei nostri giocatori. Siamo coinvolti 365 giorni l'anno, completamente dentro il lavoro della squadra e della Federazione. E' poi molto interessante anche la sua metodologia di lavoro: molto intensa, basata tantissimo sui video. Lo staff tecnico è al servizio dei giocatori per migliorare sia il singolo che il gioco della squadra. Il giocatore quando è in ritiro con noi non sta mai in camera, è sempre impegnato in qualche attività in grado di migliorarlo. L'ha appreso da Tite, col Brasile".
Chi consiglieresti ai club di Serie A?
"Mario Mitaj: gioca nella Lokomotiv Mosca e so che è molto seguito dalla Juventus. Muci del Besiktas è molto promettente, si farà valere. E poi Armando Broja, ma lui è già noto ai più".