L'Albania 2.0 di Reja raccontata dall'Head of Analysis Rossi: "Guarda al futuro"
C'è un paese, a est dell'orizzonte, che guarda al futuro. E' l'Albania di Edi Rama, di Armand Duka, di Edoardo Reja. Nazione e pallone, un filo conduttore che racconta la voglia di andare avanti, di pensare al domani. Di farlo anche col calcio e coi mezzi che questo offre. La storia di Alarico Rossi, senese, istruzione inglese ed esperienze calcistiche a Pisa, Livorno e Terni, la racconta perfettamente questa nuova Albania. "Dal 2017 sono con la Nazionale albanese -spiega a Tuttomercatoweb.com l'Head of Analysis, Scouting and Innovation Department della Federazione-; nell'ultimo periodo abbiamo deciso insieme al Presidente di non fare soltanto match analysis per la Nazionale ma abbiamo deciso di creare un programma più approfondito per tutto il calcio albanese".
Tramite il suo dipartimento.
"Esatto, tramite il dipartimento di analisi, scouting e innovazione. Il programma è quello di formare analisti albanesi per far sì che entrino al 100% negli staff delle squadre di club e della Federazione".
Il calcio è fatto di idee e di visione, da sempre.
"La mia idea è stata avallata dal Presidente Armand Duka in un contesto dove il calcio albanese si sta sviluppando. La Federazione svolge un grande lavoro a livello sociale nella nazione, sta facendo costruire stadi in tutta la nazione. A novembre ha inaugurato l'Air Albania a Tirana con architetto Marco Casamonti da 20mila posti, con un progetto da più di 70 milioni di euro. Appena possibile sarà inaugurato anche la nuova casa del calcio, sul modello di Coverciano e sarà il nuovo Centro Tecnico Federale. A questo si aggiunge il progetto degli analisti nei club come sviluppo tecnologico e quello di introdurre il VAR".
L'obiettivo qual è?
"L'idea è quella di avere una Federazione come se fosse una grande scuola calcio dove Edy Reja è ora il commissario tecnico ma sta dando anche la guida tecnica agli allenatori delle Nazionali. Poi Gigi Febbrari che cura il settore della preparazione atletica e Gianluca Stesina, uno dei fondatori del J Medical, che cura la parte dei dottori".
Come opera ora la Federazione in pandemia?
"La valenza sociale è aumentata adesso, durante l'emergenza sanitaria. La Federazione, direttamente dalle proprie casse, ha garantito la paga minimale a tutte le persone che lavorano nel calcio in Albania. Calciatori fino ai dilettanti inclusi, staff e allenatori dei settori giovanili. Lo ha fatto dal 15 marzo al 15 aprile e adesso anche fino al 15 maggio con le nuove possibili misure e restrizioni. E' un'operazione nell'intorno del milione di euro al mese".
I modelli embrano quelli europei, principalmente italiano e tedesco.
"L'Albania è stata per la prima volta agli Europei nel 2016. Il Presidente Duka è nel Comitato Esecutivo della UEFA. E' un paese di 3 milioni di abitanti, poi 9 che vivono nel mondo di origine albanese. Guarda al calcio europeo come un modello da raggiungere con tutti i limiti e i distinguo da fare del caso. E' un paese che guarda l'Europa, i modelli più diretti sono quelli con maggior emigrazione come Italia e Germania, con rapporto diretto".
Ci racconta il suo ruolo?
"Io sono responsabile per tutte le tredici nazionali. Stiamo lavorando per sviluppare l'analisi nel calcio femminile, abbiamo iniziato un programma di corsi che al momento è soltanto in ambito albanese ma poi si estenderà a docenti stranieri per quanto riguarda la match analysis in particolare. Da settembre, emergenza permettendo, ci saranno partnership con università locali: gli studenti si stanno avvicinando a questo mestiere con profondo interesse".
L'Albania è uno dei paesi esportatori di talento per antonomasia del calcio europeo.
"Abbiamo giocatori sparsi in 73 campionati differenti in 45 paesi. Mediamente, per ogni convocazione, chiamiamo giocatori da 15 campionati diversi. Contemporaneamente abbiamo convocato anche un giocatore che giocava in Siberia e uno in California e nella stessa convocazione uno in Scozia e uno in Calabria. Abbiamo fatto un accordo Wyscout: la Federazione ha dato degli account alle squadre della A albanese ed è la piattaforma che con Hudl utilizzo e utilizziamo regolarmente. Tra due anni, in questo accordo, ogni squadra dovrà avere un analista nell'organigramma dello staff. E a livello di Nazionale usiamo dati, numeri e share video di Hudl".
Che rapporto ha Reja col suo ruolo, con le nuove tecnologie?
"Reja è l'allenatore del mondo in carica più anziano. In Islanda ha fatto la sua gara 1001 ma a livello tecnologico non dico sia come Nagelsmann ma è molto avanti... E' molto aperto alle innovazioni, è al passo coi tempi e non dimostra la sua età. Ha un grande approccio alle tecnologie, al nostro mestiere. Ha uno staff come Porrini e i vice albanesi Bulku e Salihi, che hanno smesso da poco di giocare e sono molto smart, è un gruppo e una sinergia che funziona benissimo".