Rossini, la doppietta a San Siro e la prima maglia di Messi: "Ora vendo cosmetici"
Fra i giocatori che hanno voltato pagina una volta appese le scarpette al chiodo c'è Fausto Rossini. Grossetano di nascita, bergamasco di adozione, il suo nome è legato soprattutto all'Atalanta, dove è cresciuto calcisticamente e ha esordito fra i professionisti. Appese le scarpe al chiodo a 33 anni, ha deciso di entrare nel mondo dei cosmetici, specializzandosi nell'e-commerce (www.minyshop.com). Ai microfoni di Tuttomercatoweb ci racconta la sua scelta:
Cosa fa oggi Fausto Rossini?
"Abbiamo creato un marchio di cosmetici io e mia moglie. Prima avevamo i negozi monomarca, ora siamo passati a un negozio, spingendo prevalentemente nella distribuzione soprattutto all'estero. Abbiamo avviato l'attività a maggio 2011 e il primo negozio a novembre dello stesso anno. La nostra sede è di fronte a Orio al Serio, mentre il negozio a Como".
Il lockdown ha accelerato l'e-commerce, nel tuo caso?
"Gli affari si sono inevitabilmente raddoppiati, anche se già prima del Covid avevamo deciso di puntarci".
Cosa ti ha portato al mercato dei cosmetici?
"Nella famiglia di mia moglie sono del settore. Mia suocera ad esempio è da più di 50 anni che ha attività di ingrosso per estetisti e parrucchieri e prima si occupavano di produzione di creme e detergenti. Diciamo che ne ho approfittato e sono entrato in questo settore".
Il calcio è un capitolo chiuso?
"Dopo aver chiuso col calcio giocato ho iniziato ad allenare gli Allievi regionali a Treviglio. Mi piaceva, mi son tolto delle soddisfazioni ma essendo stato per anni nell'ambiente professionistico ho un po' faticato, perché c'erano problemi organizzativi: per dire, dovevo comprare i palloni o i coni. E poi c'erano pretese da professionisti da chi non lo era. Ho preferito a quel punto rinunciare, anche perché non ne valeva la pena nemmeno a livello economico. Insomma, se devi mantenere la famiglia a un certo punto fai altro".
Non c'è stata la possibilità di iniziare un percorso fra i professionisti?
"È un'opportunità che non ho cercato, così come non sono stato cercato".
Deluso?
"Ma no. Evidentemente non ho il carattere adeguato per stare in un certo mondo".
Non ti manca il calcio?
"Mi mancano le partite, il pubblico, lo spogliatoio. Ma nient'altro".
Come hai vissuto l'addio al calcio?
"Con serenità. La depressione non l'ho vista nemmeno da lontano. Sono un positivo per natura anche nei momenti negativi, altrimenti non mi sarei mai rialzato dopo 20 interventi chirurgici".
Qual è il tuo più bel ricordo da calciatore?
"Non posso sceglierne uno, ce ne sono di diversi. Certamente la doppietta al Milan a San Siro, con la maglia dell'Atalanta, il giorno del mio compleanno è qualcosa di indimenticabile. Poi ricordo con grande piacere l'esperienza alla Sampdoria, dove ho segnato il gol numero 2000 e per un punto non ci siamo qualificati in Champions, finendo dietro l'Udinese".
Poi però sei andato proprio all'Udinese, a giocare la Champions
"Penso che se ci fossimo qualificati con la Sampdoria sarei rimasto in blucerchiato e io sarei stato ben felice di rimanere. Certo, le emozioni vissute in Champions sono state bellissime ma a Udine ho avuto un anno particolare".
A proposito di Champions, non solo sei testimone dell'esordio di Lionel Messi ma hai persino la maglia del suo debutto nel torneo
"Sono stato fortunato e devo dire di averci visto lungo. Ringrazio Nestor Sensini perché chiesi a lui se poteva farmi avere da quel ragazzino la maglia. Il valore è inestimabile e la custodisco gelosamente".
Il tuo nome è legato anche a Catania
"Feci il gol che ci mantenne in Serie A, una sfida-spareggio contro il Chievo all'ultima giornata. Capii l'importanza di quel che avevo fatto per il riscontro avuto dai tifosi, che ancora oggi mi dimostrano grande affetto".
Un cruccio?
"Quel che ho fatto lo rifarei ma se potessi tornare indietro e scegliere di fare qualcosa di diverso sicuramente avrei fatto una dieta migliore, avrei cercato di fare esercizi più specifici per evitare tutti questi infortuni".
Sei legato ancora a qualcuno del mondo del calcio?
"I contatti sono rari. L'unico con cui ci sono stati e ci sino ancora rapporti è Diamanti, che ora è in Australia".