Un dirigente italiano dietro la rinascita del Deportivo La Coruña: la storia di Benassi
Massimo Adalberto Benassi è il direttore generale del Deportivo La Coruña, club tra i più importanti di Spagna attualmente primo in terza divisione. Dopo anni difficili la più importante società calcistica della Galizia è ripartita da un progetto tutto nuovo, con una classe dirigente Under-40, e da una squadra costruita attorno ai ragazzi cresciuti nel settore giovanile.
Sta ripartendo, soprattutto, grazie al prezioso aiuto di un giovane dirigente italiano. Benassi nel 2017 a Madrid per un MBA in gestione degli enti sportivi presso la Scuola Universitaria del Real Madrid dopo aver completato i suoi studi a Bologna ha iniziato la sua carriera al Leganes: "Cercavano una figura che sapesse districarsi in diritto sportivo e gestione. Erano al loro secondo anno in Liga, si stavano riorganizzando e da lì ho iniziato a lavorare sulla parte contrattuale: contratti dei giocatori, sponsorizzazioni, trasferimenti internazionali".
L'anno successivo il trasferimento all'Ibiza
"Lì ho assunto un ruolo più generale. A inizio quando arrivo la struttura è quella di un club non professionale, venivano dalla Serie D e si erano appena iscritti al campionato di Serie C perché era fallita una squadra. A metà agosto 2018 si era aperta questa possibilità e io inizio a gestire tutta la parte commerciale, marketing e processi interni. Tutta la parte gestionale. E' l'estate in cui Marco Borriello inizia a giocare per l'Ibiza, io sono arrivato 2-3 giorni dopo... Il primo anno partecipiamo alla Coppa del Re, il secondo anno facciamo i play-off per andare in Serie B mentre il terzo centriamo la promozione. In quella successiva riusciamo a conquistare la salvezza in Serie B, evento storico per la storia del club. Poi nell'estate 2022 lascio per andare al Deportivo La Coruna".
E durante la prima stagione non ti occupi della gestione sportiva
"Arrivo come direttore dei ricavi, sviluppo del business, per lavorare sempre con la direzione generale e sviluppare tutta la parte non sportiva: commerciale, marketing, social media, biglietteria. Nella scorsa stagione con il Depor in Serie C riusciamo a battere tutti i record di vendite nei negozi, magliette vendute, oltre che una vendita di biglietti superiore a quando era in Segunda. Anche se i risultati sportivi non sono stati i migliori, quelli extra-campo sono stati ottimi. A giugno 2023 il Depor fa il play-off per andare in Serie B, perdiamo in semifinale e poi c'è un cambio dirigenziale importante. Dal 1° luglio 2023 mi nominano direttore generale".
E inizi a occuparti anche della costruzione della squadra
"Avevamo pochissimo tempo. Il ritiro della prima squadra iniziava a metà luglio e da lì col direttore sportivo Fernando Soriano decidiamo, siccome il Depor ha uno dei migliori settori giovanili di Spagna, di puntare in maniera importante sul settore giovanile. Ci siamo subito attivati per rinnovi importanti, a lungo termine, dando spazio in prima squadra a giocatori come Dani Barcia, rinnovato fino al 2027, Ruben Lopez fino 2028, Yeremay Hernández fino al 2027, David Mella fino al 2026, Martin Ochoa e Diego Gomez fino al 2028, poi Iano fino al 2026".
Ma non vi siete fermati qui
"Il criterio è stato quello di puntare su calciatori del settore giovanile e completare la rosa sia con giocatori d'esperienza, sempre spagnoli, che avessero un peso all'interno dello spogliatoio e avessero esperienza in situazioni con tanta pressione, sia con giovani che potessero aggiungere qualcosa in più rispetto a chi era già in rosa: abbiamo preso Barbero che ha 25 anni e viene dal settore giovanile dell'Osasuna, e Raul Alcaina che ha 23 anni. Il progetto del club è a lungo termine: si vuole scommettere sui giocatori e se vediamo dei profili interessanti ci proviamo. Adesso sul mercato spagnolo, ma se andiamo in Segunda guarderemo anche altrove...
Ci sono stati o ci saranno affari con l'Italia?
"Per contatti e relazioni si che ci sono stati degli avvicinamenti, ma l'estate scorsa non era una priorità. Volevamo privilegiare giocatori che avessero giocato in Spagna. Però in caso di promozione il discorso potrebbe cambiare: mi piacerebbe portare qui un po' più di Italia, riaprire questo canale, senza dubbio..."