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Se l'Arsenal giocasse in Serie A non avremmo mai raccontato del rinnovo di Arteta

Se l'Arsenal giocasse in Serie A non avremmo mai raccontato del rinnovo di ArtetaTUTTO mercato WEB
venerdì 13 settembre 2024, 09:12Calcio estero
di Gaetano Mocciaro

Se l'Arsenal fosse un club di Serie A, difficilmente staremmo a raccontare del rinnovo di Mikel Arteta fino al 2027. Arrivato nel dicembre 2019, peraltro senza alcuna esperienza da tecnico principale, il basco aveva sì vinto una FA Cup al primo colpo, schivando così la mancata qualificazione alle coppe. Ma l'anno seguente riuscì nell'impresa di non mandare i gunners in Europa: non succedeva da 26 anni. E tanto basterebbe a un club italiano di prima fascia per dare il benservito al proprio allenatore.

Non è arrivato l'esonero allora come nemmeno dopo le prime tre giornate della sua terza stagione: Arsenal ultimo con zero punti, zero gol fatti e reduce da una sconfitta per 5-0 contro il Manchester City, 28 agosto 2021. Lì probabilmente è stato toccato il fondo e da lì è iniziata una risalita. In favore di Arteta c'è stata sempre la fiducia incondizionata della squadra, al contrario di quanto successo con il predecessore Unai Emery. Al resto ha contribuito uno stile di gioco piacevole, ispirato inevitabilmente da Pep Guadiola, del quale Arteta è stato assistente al Manchester City.

E che di Guardiola è diventato il principale antagonista, sportivamente parlando. Perché dopo la semina delle prime stagioni ha portato i suoi frutti: da due anni l'Arsenal è la sfidante numero uno dei citizens. Era dai primi anni 2000 che i nord londinesi non sognavano così in grande. Oggi l'Arsenal è un club strutturato e il ruolo di Arteta è centrale anche nelle scelte di mercato. Il suo nuovo accordo è da top manager: dai 9 milioni di sterline che lo spagnolo percepiva col suo vecchio accordo, ora si è avvicinato notevolmente (i media inglesi parlano di 15 milioni di sterline) al connazionale Guardiola che è il più pagato della Premier con 20 milioni di sterline a stagione.

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