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Mourinho: "Merito di essere trattato come gli altri, in Europa sta diventando difficile"

Mourinho: "Merito di essere trattato come gli altri, in Europa sta diventando difficile"TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
martedì 29 ottobre 2024, 21:12Calcio estero
di Michele Pavese

José Mourinho torna ad attaccare la UEFA. Il tecnico portoghese ha confessato a Sky Sports UK di sentirsi quasi perseguitato dopo la finale persa dalla Roma contro il Siviglia. Una sensazione che è tornata a causa dell'espulsione subita nell'ultima gara di Europa League: "La sensazione è che sono in difficoltà in Europa. Ho perso una finale (Roma-Siviglia) in un modo che ancora non accetto e da allora penso questo. Penso che sia ingiusto; nel calcio, quando devono sanzionarti, ti sanzionano, ma dopo dovremmo ripartire da zero, invece non è stato così. Siamo stati eliminati dalla fase di qualificazione alla Champions Lega contro il Lilla a causa di un rigore concesso dal VAR al 94' e che ha visto solo il VAR. So che è una battaglia che non potrò mai vincere".

Trattamento equo: "Merito di essere trattato come tutti gli altri. In campo non importa se sei Lionel Messi o stai giocando la tua prima partita. Le regole sono le stesse per Messi e per il giovane. E per gli allenatori è lo stesso: non importa se sei Carlo Ancelotti o un giovane allenatore, Ancelotti deve comportarsi come il giovane. Questo è quello che voglio per me ed è quello che voglio in generale. Non pretendo un trattamento speciale, voglio un trattamento onesto, tutto qui. Se faccio qualcosa di male, mi puniranno e pagherò. Ma se non faccio niente di male, lasciatemi in pace. Così sta diventando difficile lavorare".

La Premier League: "Non andrò mai in una squadra che lotta per non retrocedere. Onestamente penso che sia più difficile rispetto a giocare per i titoli. Deve essere molto difficile emotivamente, perché è qualcosa che cambia la vita. Sono a un punto della mia carriera in cui vorrei essere sempre felice ma in questo momento, giocando nelle competizioni europee, mi arrabbio continuamente. Ritorno in Inghilterra? Londra è casa mia, quindi un giorno devo tornarci, a meno che nessuno mi voglia... Ma un giorno vorrei tornarci. Ma non fraintendetemi: per i prossimi due anni, questa stagione e la prossima, nessuno mi porterà via dal Fenerbahçe".

Vita a Istanbul e futuro: "È fantastica, vivo in Europa e ogni giorno vado in Asia per allenarmi. Poi torno in Europa per dormire. Resto molto al campo d’allenamento: non posso perdere quella voglia e quella fame, perché se la perdi è meglio fermarsi. La partita contro lo United è stata un piacere per me. E vedere tutti tristi per un pareggio è stata una sensazione fantastica, perché solitamente un punto contro di loro rende felici. Nazionale? Oggi no, ho ancora troppa energia per giocare una partita al mese. Ma in futuro un Mondiale, un Europeo… Perché no?".

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