Michel: "Il mio Girona deve avere lo stesso amore per il calcio che ha trasmesso Maradona"
"Ho sofferto molto, quando giocavo e adesso anche da allenatore. Da calciatore non mi esprimevo al meglio in campo, lo facevo solo nei piccoli dettagli. Ed ero un bravissimo calciatore. Era un problema mentale, ero pigro". Pensieri e parole di Michel, l'allenatore-rivelazione della stagione in Spagna, terzo ne LaLiga con il suo Girona. Ma cos'è cambiato dal Michel calciatore al Michel allenatore? "Oggi faccio terapia e utilizzo anche gli strumenti di consapevolezza, rilassamento e respirazione che ho interiorizzato e che pratico ogni giorno”, racconta il tecnico a El Pais.
Una bella intervista, in cui il manager nativo di Madrid, di Vallecas per essere più precisi, racconta il suo modo di vedere il calcio: "Devi alzarti ogni giorno pensando di essere migliore, di lottare, di avere degli obiettivi. La storia è ancora da scrivere. Ho detto ai giocatori: la differenza tra Fede Valverde, che gioca 70 partite all’anno e rimane concentrato, e altri che ne giocano 35, non è fisica. Tutti sono preparati. La differenza è mentale”
In un passaggio Michel dice di ispirarsi a Maradona: "Diego era il calcio. C’è una bellissima frase di Valdano: “Se Maradona indossa un vestito e gli lanciano una palla piena di fango, la controlla con il petto”. Capisci? Questa è la passione di cui parlavamo. Il calcio di Messi è immortale, quello di Maradona è terreno. Con i suoi errori Maradona affascinava tutti. Voglio questo per le mie squadre, non quello che Diego ha fatto con il suo talento, perché è impossibile, ma quello che ha trasmesso: amore per il gioco. Diego ha mosso un intero Paese nel caso dell’Argentina e della città di Napoli".