La più grande sconfitta per una squadra olandese in Champions: Bosz-PSV, è finita?

"Non abbiamo avuto alcuna possibilità, siamo stati surclassati. È stato davvero brutto". La parole di Peter Bosz subito dopo l'umiliazione subita in casa contro l'Arsenal nella gara di andata degli ottavi di finale di Champions League (1-7) sono state brutalmente sincere: "Abbiamo giocato contro un avversario molto forte ai miei occhi. Ci sono stati anche due momenti chiave: il tiro che ha colpito la traversa (di Saibari sullo 0-0, ndr) e il secondo cartellino giallo non ricevuto da Miles Lewis-Skelly, due minuti dopo la sua prima ammonizione. Ma a parte questo non avevamo alcuna possibilità contro di loro. È doloroso, come lo è stata per noi tutta la serata".
L'eroica qualificazione ottenuta contro la Juventus due settimane fa è ormai un ricordo molto lontano. Il PSV ha subito la peggiore sconfitta interna degli ultimi 69 anni, nonché la più grande sconfitta per una squadra olandese nella storia della Champions League. Un k.o. che lascerà il segno e forse segnerà la fine dell'avventura del tecnico 61enne sulla panchina del club di Eindhoven.
"Non ci perdo il sonno, non ho paura per il mio posto", ha risposto in conferenza stampa. "Siamo ancora secondi in campionato e dovremo restarci". Ma il distacco di otto punti dall'Ajax e l'eliminazione in Coppa d'Olanda non giocano a suo favore: "Dopo il crollo del PSV, la posizione di Peter Bosz è quasi insostenibile", scrive oggi De Telegraaf. In autunno, i campioni in carica avevano un vantaggio di 5 punti sulla seconda in Eredivisie. Adesso è tutto più complicato e per Bosz quella di ieri potrebbe essere stata più di una sconfitta.
