12 vittorie in 14 partite, primato a +6 sul Real e già 47 gol fatti: così Flick si è preso il Barça

Dodici vittorie e sole due sconfitte in quattordici partite stagionali, il primo posto nella Liga a +6 sul Real Madrid, già 47 gol segnati e una media di 2,57 punti a partita. Così mister Hansi Flick si è preso il Barcellona in una manciata di mesi, passando da essere lo scomodo successore di Xavi al nuovo leader blaugrana. Il tecnico tedesco ha sfruttato tutta la sua esperienza e il suo carisma per rianimare prima di tutto mentalmente la squadra, Robert Lewandowski in primis. E i numeri, fatta eccezione per il ko all'esordio stagionale in Champions sul campo del Monaco (2-1) e per l'inaspettato 4-2 patito in campionato in casa dell'Osasuna, sono tutti dalla sua paarte.

Gli ultimi tre risultati, in particolare, hanno letteralmente infiammato il popolo culé: 5-1 al Siviglia, 4-1 al Bayern Monaco in Champions e soprattutto il poker rifilato al Real Madrid al Bernabéu nel primo Clásico di questa stagione. Questo Barça è una macchina da gol che non sembra avere alcuna intenzione di fermarsi: si pensi che bomber Lewandowski è già a quota 17 reti, un Raphinha mai così decisivo ne ha già fatte 10 e il giovanissimo Yamal continua a crescere in modo impressionante (oltre alle 6 reti siglate, nelle sue prestazioni c'è tanta, tantissima qualità). A tutto questo va aggiunta una ritrovata solidità difensiva che in questo momento della stagione vede la retroguardia blaugrana perforata solamente in 13 occasioni tra campionato e coppe varie.

Quella tra Flick e il Barcellona è una storia d'amore iniziata non bene, benissimo. La speranza, in chiave blaugrana, è che l'idillio possa continuare, ma il ritorno di Gavi dal lungo infortunio, il progressivo inserimento di Dani Olmo e il vero Pedri, che finalmente sta tornando ai suoi livelli, lasciano sicuramente ben sperare. Il Barça è di nuovo il Barça, per sé stesso e per le sue avversarie, e gran parte del merito è proprio del 59enne di Heidelberg.