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Fabio Capello racconta le divisioni dell'Italia del 1974

Fabio Capello racconta le divisioni dell'Italia del 1974TUTTO mercato WEB
venerdì 24 gennaio 2025, 22:20Altre Notizie
di Redazione TMW
nella foto Giorgio Chinaglia

“I Mondiali del ‘74?
Quella era una squadra che veniva da undici risultati utili consecutivi, avevamo battuto Brasile, Inghilterra.
Eravamo tra i favoriti. Ma quando a Coverciano diedero i numeri delle maglie qualche giocatore si infuriò dicendo
“Ma allora la formazione è già decisa!” e lì iniziarono le divisioni". (…)

La cosa più grave è che si crearono dei gruppi:
Giorgio Chinaglia e Juliano con i giocatori delle squadre del centro sud contro quelli del centro nord. Sembra assurdo, ma fu così.
Non eravamo squadra, lo eravamo stati fino a quel maledetto giorno poi ci siamo sfarinati. Tanto che durante la prima partita Chinaglia mandò a quel paese Ferruccio Valcareggi dopo la sostituzione e il ritiro si trasformò in un inferno, eravamo separati in casa. (…)
La cosa più triste fu vedere i nostri tifosi, gli emigrati, che giustamente ci insultavano.
Per loro tornare in fabbrica, il giorno dopo, sarebbe stato più difficile".

E' quanto ha raccontato Fabio Capello sul gruppo che partecipò ai mondiali di Monaco 74

IL MONDIALE 1974:
Il Campionato mondiale di calcio FIFA 1974 o Coppa del Mondo FIFA 1974 (in tedesco: Fußball-Weltmeisterschaft 1974, in inglese: 1974 FIFA World Cup), noto anche come Germania Ovest 1974, è stata la decima edizione della massima competizione per le rappresentative di calcio (squadre comunemente chiamate "nazionali") maschili maggiori delle federazioni sportive affiliate alla FIFA.
Dopo la definitiva assegnazione della Coppa Jules Rimet al Brasile al termine del campionato del mondo 1970, la competizione assunse infatti il nome di Coppa del mondo FIFA (ingl. FIFA World Cup, fr. Coupe du Monde FIFA).

Si tenne in Germania Ovest dal 13 giugno al 7 luglio 1974.
Furono 9 le città i cui impianti ospitarono gli incontri del torneo: Amburgo, Berlino Ovest, Dortmund, Düsseldorf, Francoforte sul Meno, Gelsenkirchen, Hannover, Monaco di Baviera (sede anche della finale per il 1º posto) e Stoccarda.
Il titolo fu vinto dai padroni di casa e campioni d'Europa in carica della Germania Ovest (al secondo trionfo nella competizione dopo Svizzera 54) che sconfissero per 2-1 dopo una combattuta e incerta finale i Paesi Bassi, fino a quel momento protagonista del torneo e artefice di un gioco brillante e offensivo che aveva favorevolmente impressionato per la sua novità ed efficacia gli osservatori e i critici sportivi.

Al di là dell'aspetto prettamente sportivo, tale edizione della rassegna iridata è passata inoltre alla storia come la prima in cui sulle divise dei giocatori appaiono i loghi degli sponsor tecnici, rompendo quindi definitivamente il tabù della pubblicità anche sopra le maglie nazionali. Inoltre, sempre per la prima volta, ogni nazionale ebbe modo di stampare i numeri di gioco dei calciatori, oltre che sulla maglia, anche sopra i calzoncini.

Le favorite della vigilia erano: il Brasile, l'Italia e la Germania Ovest; erano altamente considerate dai critici sportivi anche le selezioni dell'Uruguay, quarta classificata nel 1970, e dell'Argentina, che era tornata a qualificarsi per la fase finale e che avrebbe dovuto organizzare i successivi Mondiali nel 1978. Erano infine attesi con interesse i Paesi Bassi che, pur essendo stati ammessi al Mondiale per il rotto della cuffia (beneficiando di un gol ingiustamente annullato al Belgio nello scontro diretto di qualificazione) e non avendo mai raggiunto buoni risultati internazionali, erano formati da calciatori di grande qualità, provenienti da squadre di club che avevano vinto quattro delle ultime cinque Coppe dei Campioni; c'era infine la Polonia, che aveva vinto la medaglia d'oro olimpica nel 1972 e che aveva eliminato l'Inghilterra nelle qualificazioni.

Il Brasile era campione del mondo in carica e vincitore definitivo della coppa Rimet, e manteneva un nucleo di calciatori di grande qualità tecnica, pur se privo di Pelé, Gérson e Tostão, i protagonisti della vittoria in Messico nel 1970.

L'Italia era vicecampione del mondo, aveva ben figurato durante il girone di qualificazione che aveva chiuso senza incassare reti (globalmente non ne subiva da quasi due anni, l'ultima era datata 20 settembre 1972, vittoria per 3-1 contro la Jugoslavia). Notevoli anche le vittorie in alcune amichevoli successive (2-0 sia contro il Brasile che l'Inghilterra, quest'ultima battuta successivamente anche a Wembley per 1-0 con gol di Fabio Capello, in quella che era stata la prima vittoria degli Azzurri in casa dei "maestri" del calcio). Imperniata ancora sui cosiddetti "messicani", i giocatori più rappresentativi della selezione dei Mondiali del 1970 e sempre guidata da Ferruccio Valcareggi godeva di notevole prestigio internazionale, ed era anche attesa con grande calore dai numerosi emigrati italiani in Germania Ovest, che speravano in un brillante successo; anche la critica sportiva in generale giudicava favorevolmente la competitività dei calciatori italiani, ritenuti esperti e tecnicamente preparati, anche se anagraficamente non più giovanissimi.

Come terzi favoriti c'erano i padroni di casa della Germania Ovest che, dopo essere arrivati terzi nei mondiali del 1970, avevano conquistato il titolo di campioni d'Europa nel 1972 battendo in finale l'Unione Sovietica. La squadra tedesca era costituita da giocatori di grande esperienza internazionale e forti atleticamente. Erano anche presenti alcuni elementi di notevole qualità tecnica, tuttavia i tedeschi apparivano alla vigilia del mondiale lacerati da rivalità interne e non più compatti e potenti come negli anni precedenti.

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