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4 giugno 1989, il pestaggio di Antonio De Falchi. Morto di paura fuori San Siro

4 giugno 1989, il pestaggio di Antonio De Falchi. Morto di paura fuori San SiroTUTTO mercato WEB
martedì 4 giugno 2024, 00:00Accadde Oggi...
di Andrea Losapio

Il 4 giugno del 1989, a San Siro, si gioca Milan-Roma. Antonio De Falchi è un tifoso giallorosso, che ha preso il treno per Milano e sta per entrare al Meazza. Da Piazzale Axum - con tram numero 24 - bisogna fare circa 200 metri a piedi. Gli anni ottanta però rappresentano un'epoca di confine, di guado generazionale, soprattutto negli stadi. Perché la violenza colpiva laddove non ti aspetti. E un passante prima chiede la sigaretta a De Falchi, poi che ore fossero. L'accento romano è difficile da dissimulare ed è praticamente la sua condanna a morte, alle dodici meno un quarto di una domenica qualsiasi, qualche ore prima della partita.

Trenta persone gli si parano davanti. Si lanciano verso la compagnia di De Falchi. I poliziotti ci sono, ma in numero troppo basso per cercare di bloccare le aggressioni. I quattro romanisti vengono raggiunti, in tre stanno in piedi mentre Antonio cade e viene preso a pugni, calci. Il pestaggio è furioso e dura pochissimo, ma è brutale.

Quando i picchiatori lo lasciano stare, ecco che interviene la polizia. Le condizioni iniziali non sembrerebbero gravi. Poi però diventa cianotico e crolla a terra. Niente respirazione bocca a bocca o massaggio cardiaco che tenga, la corsa verso l'Ospedale San Carlo è veloce ma non tempestiva. De Falchi, di fatto, muore di infarto a causa di una lieve malformazione. Morto di paura, insomma. L'inchiesta successiva porterà alla condanna di un ventenne, sette anni, ma finirà in libertà dopo poco. Tutti gli altri assolti per insufficienza di prove.

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