30 aprile 1982, la Juventus compra Platini per un tozzo di pane. Scippandolo all'Inter

C'era una volta la chiusura del mercato degli stranieri al 30 aprile. Sembra incredibile, ma è la situazione del 1982, quando la Juventus riesce a concludere uno dei grandi colpi della sua storia. I bianconeri acquistano Michel Platini per "un tozzo di pane", come dirà Boniperti. Era un calcio profondamente diverso rispetto a quello attuale, con le frontiere che erano state riaperte ai calciatori stranieri solamente nel 1980, mentre all'inizio del 1982 la FIGC aveva aperto alla possibilità di acquistare due calciatori per l'anno successivo, cioè il 1982-83.
A febbraio, al Parco dei Principi, si gioca Francia-Italia. Platini dà spettacolo contro la squadra che poi diventerà Campione del Mondo, segna battendo Zoff su assist di Tigana, rischia di siglare il raddoppio poco dopo, colpendo la traversa con un tiro al volo. La partita finirà 2-0 per i transalpini e Gianni Agnelli viene stregato dal numero dieci. Ricciolo, Boniperti prova subito a fargli tagliare i capelli dopo la firma del contratto, ma non ci riesce. Così arriva dal Saint Etienne per circa 280 mila franchi - era in scadenza di contratto ma la legge Bosman era ancora di lì da venire - mentre Platini guadagna addirittura 500 milioni di lire.
Tra l'altro in quel momento c'era anche in mezzo il tentativo di acquistare Boniek, da un paese come la Polonia che era al di là della cortina di ferro, con tutti i problemi burocratici che ne derivano. Così Platini sbarca a Torino il 30 aprile del 1982 per discutere il contratto e firmare. Le prime parole di Agnelli a Platini sono "Sappia che voglio vincere la Coppa dei Campioni", un po' come un altro Agnelli di più fresca memoria che, però, non ci è riuscito. Tra l'altro in Italia, in quelle ore, tutti sapevano che in realtà Platini era stato acquistato dall'Inter. Dopo l'arrivo di Platini, la Juventus deve cedere seduta stante l'irlandese Liam Brady alla Sampdoria, riuscendoci.
