26 aprile 1991: Maradona arrestato a Buenos Aires. Aveva mezzo chilo di droga
Dalle stelle - e che stelle - alle stalle, e che stalle, in meno di un anno. È la parabola di Diego Armando Maradona tra il 1990, l'anno del mondiale italiano e dell'ultimo Scudetto del Napoli, e il 26 aprile del 1991. Trrentadue anni fa il campione argentino veniva arrestato a Buenos Aires, nella sua casa di Calle Franklin, per detenzione di mezzo chilo di cocaina. Un testimone oculare dirà che Maradona aveva lo sguardo completamente perso, mentre ai giudici italiani continuava a negare l'utilizzo della droga anche dopo la positività del mese prima.
L'operazione, condotta dall'antidroga della polizia federale capitanata da Jorge Chiazzone, arriva intorno alle 15 del pomeriggio ora argentina. Maradona finisce in isolamento, mentre l'appartamento è di proprietà di Gabriel Esposito, marito della sorella di Diego e spalla ideale per le serate brave del Pibe de Oro. Una folla si è radunata davanti all'abitazione per impedire agli agenti di trasferire Maradona in prigione, bloccando di fatto tutte le strade per evitare di portarlo via.
Una scena che poi si è ripetuta ina carcere, a testimonianza di quanto Maradona fosse amato in quegli anni. Nei giorni precedenti era stato a Castelcapuano in udienza dopo essere stato trovato positivo all'antidoping, con una squalifica fino al giugno del 1992. Il 2 aprile era tornato in patria per un periodo di relax dopo gli ultimi anni decisamente troppo turbolenti. In quel periodo anche l'ex presidente Menem aveva dato sostegno a Maradona. Serviranno 48 ore e il pagamento della cauzione per il rilascio: "So di aver fatto del male prima di tutto a me stesso e quindi alla mia famiglia, alle mie figlie. Credo che in futuro imparerò a volermi più bene, a pensare di più alla mia persona. Non mi vergogno però. Non ho fatto male a nessuno, salvo a me stesso e ai miei cari. Mi dispiace, sento una profonda malinconia, soltanto questo", le sue parole.