22 maggio 2010, l'Inter diventa Campione d'Europa grazie a Re Milito
"El Principe diventa Re nella notte di Madrid!'' Una delle frasi più iconiche, legate al calcio e al giornalismo, degli ultimi decenni. Capita il 22 maggio del 2010, quando a Madrid si gioca la finale di Champions League: da una parte c'è il Bayern Monaco, dall'altra l'Inter. I nerazzurri di José Mourinho sono favoriti dopo avere battuto una squadra che sembra invincibile come il Barcellona di Messi e Guardiola. Quattordici anni fa, nella notte del Bernabeu, c'è Diego Milito a fare la differenza. Due anni prima era retrocesso con il Real Saragozza, facendo tantissimi gol ma senza riuscire a portare alla salvezza. L'anno precedente, con il Genoa, era andato a un passo dalla Champions.
Dopo i due gol, Diego Milito rovina tutto parlando di un possibile addio. Di offerte di un certo livello, forse per migliorare la propria posizione economica. D'altronde era arrivato dodici mesi prima da una provinciale e aveva deciso tutte le partite: quella contro il Siena in campionato, quella contro la Roma in Coppa Italia, infine la doppietta al Bayern. Due gol simili, con un tango su van Buyten - che dimentica l'equilibrio del corpo in Baviera - e la palla che finisce dietro le spalle di Butt.
È la vittoria di una squadra arrivata quasi per caso. Con Mourinho che aveva una strada segnata dopo la conferenza stampa contro il Chelsea, quando parlò di Calciopoli. E che poi finì appunto al Real Madrid, sulla macchina di Florentino Perez quando Javier Zanetti doveva ancora presentare la coppa a San Siro.
La formazione dell'Inter (4-2-3-1)
Julio Cesar; Maicon, Lucio, Samuel, Chivu (dal 68' Stankovic); Zanetti, Cambiasso; Eto’o, Sneijder, Pandev (dal 78' Muntari); Milito (dal 91' Materazzi).
Allenatore: José Mourinho.