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21 marzo 2004, il derby sospeso per un bambino morto. Che non è mai esistito

21 marzo 2004, il derby sospeso per un bambino morto. Che non è mai esistitoTUTTO mercato WEB
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di Andrea Losapio

Il 21 marzo 2004, allo stadio Olimpico, c'è il derby fra Lazio e Roma. Da una parte ci sono i vari Totti e De Rossi, ma anche Panucci, Montella, Cassano e Candela, con Capello come condottiero. Dall'altra Peruzzi, Stam, Simone Inzaghi, Mihajlovic e Mancini in panchina.. Come al solito è una partita sentitissima, ma nessuno si ricorda di quanto è accaduto in campo, tutti per quello che succede vicino all'Olimpico, perché ci sono violenti incidenti fra gli ultras e le forze dell'ordine prima della gara, tanto da dovere utilizzare i lacrimogeni. In molti, quindi, entreranno a partita già cominciata, con le cariche che arrivano fino ai cancelli d'ingresso.

Fuori dalla Sud c'è un ragazzo con un telo steso sopra e circondato dai poliziotti. La leggenda metropolitana si espande in un attimo, perché c'è chi pensa sia un bambino travolto e ucciso dalla camionetta della polizia. In quel momento la tensione si può tagliare a fette, tanto l'aria si è fatta pesante. Per il primo tempo si gioca, zero a zero.

I tifosi però non vogliono incominciare la ripresa. Viene data la notizia che nessuno è rimasto vittima degli scontri, tramite altoparlante dell'Olimpico. Però le due curve ritirano gli striscioni e urlano "assassini" in coro. I destinatari sono le forze dell'ordine, con i tifosi che scavalcano e vanno a parlare con Totti, imponendo l'interruzione della partita. L'arbitro interrompe per 25 minuti, ma - come detto dagli altoparlanti - non c'è nessun bambino morto. Sembrerebbe una scelta delle tifoserie, ma la verità giudiziaria racconta di come non fosse qualcosa di premeditato.

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