17 dicembre 1989, il Milan batte l'Atletico Nacional di Pablo Escobar. Grazie a chi subentra
Il 17 dicembre del 1989, a Tokyo, si gioca la finale della Coppa Intercontinentale. Di fronte un Milan mitico, quello di Arrigo Sacchi, con un Atletico Nacional altrettanto passato alla storia per motivazioni differenti, in primis quella di essere la squadra di Pablo Escobar, una delle icone del traffico di droga, mondiale quasi quanto van Basten. Oltre sessanta mila spettatori sugli spalti che poterono assistere a una bella sfida, sebbene i favori del pronostico fossero, come era abbastanza normale del resto, tutti per i rossoneri.
Eppure i colombiani riuscirono a portare la partita fino al supplementare. Era un Milan straordinario con Costacurta e Maldini, Rijkaard e Ancelotti, Donadoni e appunto van Basten. Alla fine a cambiare il corso della storia ci penserà chi parte dalla panchina, perché Alberico Evani, al minuto centodiciotto, decide che aveva visto abbastanza per quel giorno. Punizione dal limite e tiro a giro, di sinistro, che evita la barriera posizionata maldestramente da Higuita. La traiettoria finisce il suo percorso in porta. Dopo due decenni il trofeo ritorna in mano al Milan, per la terza volta nella storia.
Milan (4-4-2)
Galli; Tassotti, Costacurta, Baresi, Maldini; Fuser (65' Evani), Ancelotti, Rijkaard, Donadoni; Massaro (70' Simone), Van Basten.
Allenatore: Sacchi.
Atletico Nacional (4-3-1-2)
Higuita; Gomez, Cassiani, Escobar, Herrera; Perez, Alvarez, Arango (46' Restrepo); Garcia; Trellez, Arboleda (46' Usuriaga).
Allenatore: Maturana.