In campo Coppa Italia Serie D: sono più i benefici o la fatica? Forse è un format da rivedere

Dopo le fatiche del weekend scorso, e in vista di quello ormai imminente, si è vista in campo la Serie D, con la Coppa Italia che questo pomeriggio manderà in archivio i Trentaduesimi di Finale, step antecedente ai Sedicesimi. In campo ancora tante squadre, ma la maggior parte di esse, in campo con le seconde linee, situazione, questa, che deve far riflettere. Nel bene e nel male. Perché, se da un lato è sbagliato parlare di "seconde linee", come se questo fosse quasi un disonore, è pur vero che chi gioca in campionato difficilmente prende parte alla Coppa; sì, per rifiatare, ma anche e forse soprattutto perché gare che incidono meno nel corso di una stagione possono essere utili per valutare chi viene meno impiegato in campionato.
Ma può questo sembrare un modo di sottovalutare la competizione parallela al campionato?

Cosa si ottiene vincendo la Coppa Italia Serie D
Difficile rispondere a una domanda così borderline, ma c'è da dire che è alquanto esiguo ciò che si ottiene dalla vittoria del trofeo: gloria e soddisfazione a parte - utili al morale ma non all'economia del club - le finaliste ricevono un contributo economico di € 3.500 euro ciascuna, mentre le semifinaliste ne ottengono 2.000. Situazione ben diversa da quanto accade in Serie C, dove in palio c'è un posto sicuro nei playoff, o in Serie A, dove addirittura c'è la qualificazione alla fase a gironi dell'Europa League, o anche in Eccellenza e Promozione, dove la vittoria della coppa vale il salto di categoria. E di conseguenza, stimoli in più.

Cosa fare a riguardo?
Probabilmente, nella tanto decantata riforma, andrebbe nuovamente rivisto il format della competizione, che negli anni ha subito tanti cambiamenti, ma che suscita ancora troppo poco appeal rispetto a quello che dovrebbe avere. Sia chiaro, nessun vuol sostituirsi agli organi competenti e dare loro suggerimenti, ma forse il momento della svolta è davvero arrivato...