Savoldi: "Serie C avvincente. Finalmente si cercano i risultati attraverso il bel gioco"


Gianluca Savoldi, ex attaccante classe 1975 che, a cavallo tra gli anni '90 e 2000, ha collezionato 280 presenze nel campionato di Serie C, oggi tecnico del Renate Primavera, è intervenuto ai microfoni di TMW Radio nel corso della trasmissione 'A Tutta C' per commentare il momento del campionato di terza serie.
Savoldi, lei conosce la Serie C sotto mille punti di vista, che impressione le sta dando il campionato in corso?
"Effettivamente, la cosa bella è che ci sono tre gironi ancora aperti per quanto riguarda la possibilità di vittoria e, quindi, i giochi non sono fatti nemmeno per quanto riguarda altri obiettivi come la salvezza. A sei giornate dalla fine, siamo ancora qui a cercare di fare dei pronostici, e questo vuol dire che c'è equilibrio. Anche se, a volte, alcune squadre hanno fatto il vuoto, come nel caso del Padova e del Vicenza, che hanno creato tanto distacco dalle altre. C'è poi una Feralpisalò intermedia tra il gruppone e queste due, che sta facendo un campionato un po' a parte. Mi è piaciuta molto, ma le mancano quei dieci punti per essere lì a giocarsela fino alla fine. Diciamo che vedo delle situazioni che renderanno il finale di stagione avvincente, a volte forse senza neanche bisogno dei playoff".
Non so se ha avuto questa impressione, ma quest'anno mi sembra una Serie C in cui più squadre cercano di proporre gioco. A differenza anche del recente passato, quando si puntava più sul gioco di rimessa.
"Sono d'accordo. C’è ancora strada da fare, ma vedo un miglioramento nella scelta dei mezzi per ottenere risultati. All’inizio, tutti partono con il 4-3-3 o il 4-2-3-1, poi, a campionato in corso, molte squadre si chiudono col 5-3-2. Non parlo di un 3-5-2 moderno come quello di Inzaghi all’Inter, ma proprio di un 5-3-2 basso e compatto. Però è vero che c’è più voglia di giocare e questo mi fa piacere. Le squadre attaccano con più uomini e questo comporta partite più aperte, con più ribaltamenti di fronte. È una tendenza positiva, che porta a un calcio più avvincente, anche se la prudenza in Serie C è sempre stata una caratteristica di molte squadre".
È chiaro che in Serie C ci sono squadre molto attrezzate e altre più piccole con meno possibilità economiche. Non si può biasimare un allenatore che si chiude per portare a casa i punti, giusto?
"Assolutamente. In Serie C si va da piazze come Catania, Padova, Vicenza, Perugia e Ternana, a realtà molto più piccole come Piancastagnaio, Chioggia o Legnago, che hanno risorse limitate. Per alcune squadre, rimanere in Serie C è già un miracolo. È la bellezza e la difficoltà di questa categoria".
Oggi indossa le vesti del tecnico: c'è un allenatore in Serie C che le piace e segue con interesse?
"Ci sono molti allenatori interessanti. Osservo tutti, perché da ciascuno si può imparare qualcosa. Anni fa mi colpì l'allenatore che era al timone del Rende: oggi, invece, siede sulla panchina dell'Atalanta U23 e si chiama Francesco Modesto. L’Atalanta è la squadra più giovane del campionato e gioca un calcio bellissimo. Creano tantissimo, hanno un possesso palla tra i migliori, ma sbagliano molto in fase realizzativa perché manca un po’ di esperienza. Però è una squadra spettacolare da vedere".
Si parla di un possibile addio di Gasperini all’Atalanta. Secondo lei potrebbe essere Modesto il suo successore?
"La sfortuna di Francesco Modesto è che si trova in un momento storico in cui il pubblico dell’Atalanta è diventato molto esigente. La squadra è in lotta per lo Scudetto e sarebbe difficile per un esordiente in Serie A raccogliere un'eredità così pesante. Forse non è il momento giusto, ma sono convinto che, con il giusto supporto, potrebbe fare bene. Credo che l’Atalanta l’abbia preso anche per crescere in casa un allenatore che un domani possa allenare la prima squadra. Se non sarà ora, potrebbe essere in futuro".
