Lucchesi: "La trattativa per la cessione del Taranto non si sta concretizzando"
A poche ore dal suo addio alla carica di direttore generale del Taranto, Fabrizio Lucchesi ha raccontato la sua verità sul momento del club pugliese durante l'appuntamento odierno con A Tutta C sulle frequenze di TMW Radio:
Ci può raccontare cosa ha trovato e cosa ha costruito a Taranto?
“C’era un problema di continuità aziendale, si parlava dello stadio che veniva completamente distrutto e rifatto. Veniva così a mancare dalla sera alla mattina lo stadio, l’introito da botteghino e gli sponsor, venivano meno un paio di milioni e il presidente si è tirato indietro. Il mio compito era risistemare l’azienda e rivedere dei conti per poi favorire una nuova proprietà. L’ipotesi di vendita non si sta concretizzando, ma il mio lavoro nel riorganizzare la società si era esaurito. Ho conosciuto un territorio straordinario, Taranto è una piazza da Serie B straordinaria con potenzialità enormi. È un territorio che sta subendo anche dal punto di vista sociale, ma sono rimasto molto legato all’ambiente. Salutando i ragazzi gli ho detto che sto invecchiando perché il manager si è emozionato”.
Ha vissuto anche il problema Capuano. Come l’ha gestita? Quanti meriti ha Gautieri?
“Fino a ieri l’aspetto sportivo non ha rappresentato un problema, poi da domani vedremo perché non è stata chiusa la vendita e non sono stati pagati gli stipendi. Magari fossero solo due i punti di penalità, ci sono tre pagamenti non rispettati più la recidiva, si parla dai 6 ai 12 punti di penalità. Bisognerà dare delle risposte alla città, la squadra sta facendo bene come ci aspettavamo, da novembre con una nuova proprietà e con qualche nuovo innesto la squadra si salvava, ora con questa penalità sarà più complicato. Con lo stadio fino a Natale fai anche la biglietteria in questo modo, arrivi a Natale e poi da gennaio si andava a Francavilla Fontana, poi dall’anno prossimo c’era pronto un nuovo stadio. La parte sportiva era l’ultimo dei problemi, ora temo che possa diventare un ulteriore problema”.
Cosa è mancato nella trattativa con il gruppo Apex?
“Non ho partecipato alla trattativa, non conosco l’interlocutore e non ho voluto sapere neanche il nome. Se avessi mischiato il mio ruolo conoscendo chi partecipava alla trattativa avrei fatto male il mio lavoro. L’ho vissuta da esterno, da una parte l’entusiasmo della piazza dall’altra le notizie che mi arrivavano dalla segreteria. Da una parte c’erano gli auspici migliori con gli incontri in città anche con esponenti della pubblica amministrazione, mentre dall’altra parte dalla segreteria mi dicevano che non arrivava il bonifico. Sono rimasto che non è arrivato il bonifico, non so neanche il nome di chi doveva comprare”.
Tornando a parlare di sport, che idea si è fatto del Girone C?
“È un girone equilibrato e più livellato rispetto al passato, non so se è livellato verso l’alto. Ci sono meno picchi, in questo momento il Benevento mi è sembrata la squadra più solida ed equilibrata. L’Avellino è una squadra fortissima con giocatori di categoria e ben costruita, le due campane sono avanti in questo momento ma ci sono altre 3-4 squadre che stanno facendo benino. È un girone equilibrato e bisognerà aspettare la fine del girone d’andata”.
Cosa farà Fabrizio Lucchesi da grande?
“Invecchiare non invecchio, è un modo di dire. Ho la sensazione di essere la persona che confeziona il gelato e poi non lo lecca mai. Avrei voglia di stare lì, tornando indietro rifarei mille volte la scelta di Taranto. Vorrei fare qualcosa di bello, ora sembra esserci un momento di stanca ma continuerò a seguire le vicende del mio amico Mauro Fusano a Guidonia, sto con lui e poi però mi guarderò intorno”.
Che consiglio darebbe a Matteo Marani per il futuro della Serie C?
“Gli darei esattamente il consiglio che gli ho dato il consiglio. Per stima prima per amicizia gli ho detto che ha fatto un grandissimo lavoro senza fare accordi con le società, gli ho detto semplicemente di continuare così. Vedo elezioni federali da 42 anni e non ho mai visto un’elezione per acclamazione. Forse bisogna rivedere i libri storici per le elezioni del Papa per acclamazione, è stata una cosa grandiosa perché ha convinto tutti. Ha fatto un grandissimo lavoro e in questo momento tu pensa alla forza che ha esprimendo l’unanimità di 57 club in uno dei momenti più difficili del calcio italiano”.