Nervi tesi allo Spezia, gli ultras vogliono un colloquio con Platek, non col "burattino di turno"
Continua a essere teso il clima in casa Spezia dopo le contestazioni di ieri dirette al presidente Philip Platek (sia mentre faceva jogging sia sotto il suo albergo) e la squadra (con uno striscione apparso sotto l’hotel in cui è in ritiro) con gli ultras che hanno dato appuntamento questo pomeriggio (ore 17:45) al Federghini per avere un incontro ravvicinato con la proprietà con la richiesta di “parlare con il reale proprietario e non con il burattino di turno”.
“Ad alimentare ancor di più il già teso clima dei supporter almeno due fattori: prima di tutto lo scarso impegno mostrato nelle ultime prestazioni dalla squadra ma del tutto incomprensibile nella disfatta di Como, un atteggiamento stigmatizzato dallo stesso allenatore aquilotto Luca D'Angelo nel post-partita come debolezza mentale e non calcistica. Una motivazione ovviamente rifiutata in blocco da parte di chi ama i colori dello Spezia da sempre, seguendo la squadra anche in trasferta a costo di sacrifici anche economici e familiari nel vedere l'atteggiamento rinunciatario e indolente di atleti professionisti pagati centinaia di migliaia di euro. In secondo luogo, ma non meno rilevante, il silenzio assoluto da parte dei massimi vertici della società, il rifiuto di voler pubblicamente manifestare quali siano le reali volontà e motivazioni al di là e al di qua dell'Oceano. - si legge nell'articolo de Il Secolo XIX - E forse è proprio questo silenzio ad irritare maggiormente la piazza del tifo, un atteggiamento di indifferenza che proviene da super manager americani come sono i Platek, ottimi businessman, ma evidentemente all'oscuro delle dinamiche e delle complicazioni affettive che legano quantomeno in Italia, ma non solo ogni squadra di calcio, non solo lo Spezia, alle proprie tifoserie di appartenenza”.
Nessuno si salva dalla contestazione, dalla proprietà passando per gli amministratori delegati che si sono succeduto alla guida del club – ovvero Nishant Tella e Andrea Gazzoli – con quest’ultimo a cui va riconosciuto di averci almeno messo la faccia, fino agli uomini mercato Macia e Melissano la cui fiducia sulla piazza è ai minimi storici.