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Venezia, Radu: "Crediamo alla salvezza. Stankovic? Fratello minore, mi ha convinto a venire"

Venezia, Radu: "Crediamo alla salvezza. Stankovic? Fratello minore, mi ha convinto a venire"TUTTO mercato WEB
ieri alle 11:30Serie A
di Daniele Najjar

Quattro giorni dopo il suo esordio nello 0-1 contro la Roma, Ionut Andrei Radu si presenta ai tifosi lagunari. A breve è prevista infatti la conferenza stampa nella sede arancioneroverde per l'estremo difensore arrivato dall'Inter.

Segui qui su TuttoMercatoWeb le sue parole.

Ore 10.55 inizia la conferenza stampa

Cosa ti ha spinto ad accettare l'offerta del Venezia ed a lasciare l'Inter?
"Sapevo che era la piazza giusta dove poter dimostrare il mio valore. Ho parlato con Filip Stankovic, che è come un fratello minore per me e lui mi ha parlato di quanto si sia trovato bene qui. La sfortuna di uno può essere la fortuna di un altro nel calcio, ma è ovvio che mi dispiace tanto per lui e cercherò di dimostrare il mio valore continuando quanto di buono fatto da lui".

Ti porti dietro una partita, quella contro il Bologna, nell'esperienza all'Inter. Ti ha segnato?
"Me lo sono portato dentro per un po' di tempo, ma la vita ha momenti belli e meno belli, poi bisogna andare avanti e cerco di focalizzarmi sull'attualità e sul fare bene, ho cercato di cancellare quella serata".

Che impressione ti ha dato l'ambiente?
"Ho trovato un ambiente molto sano, con persone che ti danno tutto e ti fanno dare tutto, non abbiamo scuse da questo punto di vista perché abbiamo persone che lavorano costantemente per farci rendere al meglio".

E la squadra, come l'hai trovata?
"Abbiamo una squadra molto forte. Mi piace il modo con il quale il mister vuole giocare, mi piace tutto. Dobbiamo solo essere più concreti, ma questa cosa arriverà, arriverà la partita giusta che farà scattare la scintilla per toglierci grandi soddisfazioni".

Di Francesco ti ha dato indicazioni particolari su come gestire il tuo ruolo?
"Il mister ci dà fiducia, ci chiede di giocare sempre, questo ci dà grande fiducia in noi stessi. Le sue idee sono molto chiare e se continuiamo così ci toglieremo belle soddisfazioni".

Il problema del Venezia è soprattutto dato dal fatto che da 19 partite prendete sempre gol.
"Come portiere soffro più di tutti questo aspetto, sto cercando di fare il massimo perché non accada. Lì dobbiamo crescere da questo punto di vista, cercando di concedere meno. Piano piano la vittoria arriverà".

Qual è stato il problema maggiore da dover superare nel giocare titolare dopo soli allenamenti?
"Magari l'ansia dopo tanto tempo in cui non giochi, ma l'ho superata. In questi mesi mi sono preparato ed avevo un obiettivo in testa. Non è facile, certo, da un anno e passa non giocavo. Ma ho visto un detto da qualche parte che dice: lo sciocco prega per una strada più facile, l'uomo saggio prega per avere gambe più forti. Quest'anno mi è servito per fortificarmi, anche mentalmente, sono arrivato preparato, sapevo che sarebbe arrivato il momento".

Quanto hai visto nel gruppo la voglia di credere nella salvezza?
"Se non ci credessimo non saremmo qui a parlare. Come dicevo abbiamo tutti i presupposti per fare bene. Non abbiamo scuse, questo mi motiva ogni giorno. Ho trovato un gruppo molto carico, sappiamo quello che dobbiamo fare, sappiamo che ci basta solamente un episodio per dare una svolta alla stagione".

L'impatto con Di Francesco?
"Ho parlato subito con lui al telefono, mi ha chiesto come sto, io gli ho detto che stavo bene. Poi sono venuto qua, mi ha spiegato un po' le sue idee ed io ho cercato di metterle subito in campo".

La scelta del numero 28?
"Ho mandato a mia sorella piccolina i numeri che c'erano a disposizione, ha scelto lei (ride, n.d.r.)".

Con il Genoa?
"Sappiamo che è una gara difficile, ogni squadra cerca di raggiungere i propri obiettivi. Però come ho già detto ai miei compagni, ora dobbiamo andare in ogni partita con il pensiero di vincere. Non possiamo fare calcoli o pensare che ci possa bastare un punto. Il pensiero di vincere ci porterà a vincere delle partite. Dobbiamo mettere in campo la grinta e la voglia di salvarci".

Ti sei allenato con Ben Yedder che non è arrivato. Ma come stava?
"L'ho visto per la prima volta ieri allenarsi, si muove bene, ma mi ricordo quando mi ha fatto gol in Francia all'Auxerre. Ora non lo so dovete chiedere alla società".

I tuoi idoli?
"Handanovic è stato un punto di riferimento. Era forte ed anche per la professionalità che aveva. Una macchina. Andava sempre per la sua strada dando il suo contributo, ha vinto meno di quello che meritava, è stato un grande portiere".

Che ne pensi di Fila?
"E' un ragazzo che si dà tanto da fare. Non parla tanto l'italiano, cerchiamo di aiutarlo ovviamente, il linguaggio del calcio è universale. Vincere è una parola che si capisce in tutte le lingue".

Degli allenatori avuti in passato, cosa ti hanno lasciato Simone Inzaghi, Antonio Conte e Thiago Motta?
"Tutti gli allenatori mi hanno insegnato tanto, loro tre avevano tutti tanta voglia di vincere e me l'hanno trasmessa. Conte viveva per il calcio, solo per il calcio e la vittoria, per la voglia di far vedere di essere forte e di raggiungere quello che voleva nella vita. Poi la professionalità, da parte di tutti e tre. Thiago Motta l'ho avuto agli inizi al Genoa e sono contento per lui, si merita di essere dov'è".
Ore 11.30 finisce la conferenza stampa

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