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Udinese, Pozzo: "Ridimensioniamo il caso Lucca. Quanto vale? Continui così, poi vedremo"

Udinese, Pozzo: "Ridimensioniamo il caso Lucca. Quanto vale? Continui così, poi vedremo"TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
Oggi alle 18:15Serie A
di Alessio Del Lungo

Giampaolo Pozzo, presidente dell'Udinese, è intervenuto ai microfoni di RAI Gr Parlamento, durante La Politica nel Pallone, parlando della gestione del club friulano, nelle sue mani da 39 anni: "Sono passati velocemente. Siamo qui ancora con passione e sempre la voglia di fare meglio".

Cosa pensa del VAR?
"Per me è stata una cosa molto positiva, un miglioramento tecnologico che ha aiutato gli arbitri. Come sempre ci sono molte interpretazioni, ma per me nel 99% dei casi è una cosa positiva, gli errori vengono rilevati e corretti. È una cosa fatta bene, ha portato avanti il progresso, che nel pallone è una cosa lenta, ma l'importante è andare avanti. Bisognerebbe cercare di applicare l'intelligenza artificiale nel calcio il più possibile".

Che cosa cambierebbe del VAR?
"Per la verità io ne sono soddisfatto, anche perché la perfezione assoluta non si potrà mai ottenere. Sarebbe bello fare una statistica di quanti errori ha corretto. Se non ci sono tecnologie ancora più innovative da proporre lo riterrei un sistema valido, che si può continuare ad adottare".

Chi è il giocatore più forte che ha avuto?
"Io ricordo per tante ragioni Di Natale, che rimane il simbolo di questa società. Soprattutto perché ai tempi della Juventus imbattibile, campione a tutti i livelli, ha rifiutato la Juventus per restare a Udine. È stata una cosa che in 39 anni di calcio non si è mai verificata a parte questa eccezione. Quando un calciatore ha l'opportunità di fare carriera in grandi club, noi prendiamo atto e lo accettiamo, ma in questo caso specifico bisogna dire che, al di sopra di qualsiasi ragione economica, ha fatto una scelta di vita e gli sono eternamente grato. Lo ricorderò sempre come un simbolo dell'Udinese".

Come è nata la scelta di affidare la squadra a Runjaic?
"L'aspetto tecnico lo ha sempre seguito mio figlio, è così da tanti anni. Sono tutte scelte che fa Gino Pozzo a livello internazionale. Ormai il calcio è anche cambiato, una volta si cominciava con la cosiddetta cantera, tutti dovevano essere possibilmente nati nel territorio... Oggi la necessità è trovare giocatori nel mondo e quindi le selezioni vengono fatte a livello mondiale. Lo stesso discorso vale per gli allenatori. Runjaic è un tecnico croato, da bambino è cresciuto in Austria e Germania, si è fatto una serie di esperienze ed è un allenatore idoneo per questi calciatori, che sono di tante etnie e c'è bisogno di fare squadra. Sta facendo bene".

Che cosa è cambiato rispetto all'anno scorso?
"È stato un incidente di percorso, ma è andata bene, siamo riusciti a salvarci. Nel calcio a volte gli infortuni e i tanti problemi ti portano in difficoltà nonostante i 39 anni di esperienza, che purtroppo non bastano, a volte ci sono tanti fattori che incidono in modo contrario".

Campoccia è entrato nel consiglio della FIGC, che testimonia il grande lavoro dell'Udinese.
"È chiaro che per poterci sviluppare e avere successo è necessario avere persone capaci. Campoccia e altri sono fondamentali per l'azienda, dirigenti di valore che ci permettono di portare avanti un discorso non facile per una provinciale, la concorrenza è sempre più grande. Ci vogliono capitali per realizzare le cose, che si concentrano spesso nelle grandi piazze, quindi bisogna sempre inventarsi qualcosa".

Non si parla altro di quello che è successo in occasione del rigore segnato da Lucca.
"Vorrei ridimensionare questo caso. Bisogna anche capire. È vero che ci sono regolamenti di squadra e vanno rispettati, ma bisogna dargli anche delle attenuanti. C'è molta tensione quando si gioca, lui è un calciatore che ha grande passione e aveva voglia di tirare il rigore. Non era lui il rigorista, ma alla fine io credo che, se sono stati applicati i regolamenti ed è stato punito, l'argomento va chiuso lì. Sono cose che succedono nel calcio, è uno sport dove l'agonismo e la tensione nervosa sono ai massimi livelli, quindi bisogna giustificare queste cose. Chiudiamola qui".

Il rigore concesso dal VAR è stato molto discusso.
"Parlo sempre con un ex arbitro internazionale e mi ha detto che questo era assolutamente un rigore da dare, credo abbia fatto bene il VAR ad assegnare il rigore".

A che punto siamo con la crescita di Pafundi?
"È un giocatore molto apprezzato dall'allenatore, lo segue, si allena con la squadra. È sicuramente un titolare del futuro, senz'altro. Sta continuando con progressi importante. Giochiamo in Italia, la Serie A è molto competitiva e bisogna avere pazienza".

Chi le ricorda Lucca?
"È un po' particolare perché è un combattente su tutte le palle. Accostarlo a un altro calciatore non sono in grado. Abbiamo avuto dei grandi bomber, Bierhoff aveva caratteristiche diverse. Lucca lotta sempre, si muove molto, ha fisicità, credo sia un pericolo costante per le difese. Di testa possiamo paragonarlo a Bierhoff ecco".

Anche Iaquinta nel 2002 "rubò" un rigore a Pizarro.
"Non si devono fare queste cose, però dimostra che se uno ha carattere, volontà e voglia di fare, qualche trasgressione va perdonata ogni tanto".

Quanto vale Lucca?
"Adesso non starei a fare cifre. Lui deve giocarsi la stagione, fare bene, andare avanti, continuare su quella strada e poi vedremo un po'. Non siamo qua solo per vendere, ma per giocare e soprattutto ottenere obiettivi. A me piacerebbe tornare in Europa, è un po' di anni che non ci andiamo. Il calcio lo abbiamo sposato un po' per divertirci, le nostre attività le avevamo già, non avevamo bisogno del calcio per vivere. Lo facciamo per e con passione, consapevoli che, essendo una piazza di provincia e che tutti i calciatori hanno diritto alle loro ambizioni, pensiamo per prima cosa ai risultati. A fine stagione parleremo di cifre, trasferimenti... Se i calciatori stanno bene poi noi non cerchiamo di venderli".

Lo stadio dell'Udinese è diventato un modello. Qual è il suo valore assoluto?
"Per la verità abbiamo avuto anche la fortuna di trovare un partner come BluEnergy, che sono quei distributori di energia elettrica e gas, che sono diventati nostri sponsor. Insieme stiamo realizzando questa iniziativa del fotovoltaico e tutto ciò che serve per produrre energia pulita. Serve a noi ed è anche una promozione importante per educare la gente a questo nuovo costume di vita. Siamo contenti, è una cosa molto interessante. Sarebbe stato un peccato, come lo è in tanti caso in Italia, avere una struttura importante che non si sviluppa. Un impianto lasciato lì per usarlo una volta ogni 15 giorni si deteriora. Stiamo cercando di promozionare in vari campi l'utilizzo dello stadio, aiuta per l'ammortamento, ma anche per i miglioramenti dello stesso. È la strada giusta che sarà da intraprendere con alcuni interventi legislativi per agevolarla".

La finale di Supercoppa Europea si giocherà nel vostro stadio. Un motivo di orgoglio.
"Indubbiamente perché è un evento importantissimo. Potremo anche promozionare tutto quello che abbiamo fatto che serve anche a livello internazionale, ovvero questa attività che facciamo per l'energia pulita".

Cosa ne pensa del Como?
"Nel calcio nascono sempre delle novità interessanti perché nessuno si immaginava che arrivasse lì un miliardario e decidesse di fare investimenti così importanti, anche se il Como ha una tradizione per la verità. Nonostante non siano arrivati mai sceicchi o miliardari prima di oggi, aveva già fatto la Serie A. Per l'Italia quello che stanno facendo gli Hartono è importante, così non abbiamo sempre le solite squadre che dominano il campionato. Sono novità che fanno incuriosire di più il tifoso".

L'Atalanta può vincere lo Scudetto?
"Ha fatto veramente dei miracoli. Per tanti anni è stata una provinciale, è diventata un club importante e può vincere anche lo Scudetto, ormai si è consolidata, i Percassi sono stati bravissimi. I fatti dimostrano che stanno facendo molto meglio anche di noi, li apprezzo molto, potenzialmente possono vincere il titolo".

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