TMW - Cellino integrale: "Balotelli dà più peso ai social che ai suoi valori"
Cosa ci dice su Mario Balotelli? Che è nero, che sta lavorando per schiarirsi...". Massimo Cellino torna a parlare di Mario Balotelli e lo fa con parole che faranno molto discutere. "Ci sono un po' di difficoltà - ha dichiarato il presidente delle rondinelle -. Nel calcio ci sono le squadre che combattono e vincono, un giocatore da solo non può vincere la partita. Se lo pensiamo offendiamo la squadra e il gioco del calcio".
Si è parlato di un futuro di Balotelli già lontano da Brescia a gennaio?
"Il mio allenatore ha fatto un errore la scorsa settimana, ha parlato in conferenza stampa di Balotelli e non della squadra. Ho preso Balotelli a fine mercato e l'ho comprato perché poteva essere un valore aggiunto. L'abbiamo fatto diventare per sovraesposizione un punto di debolezza. Se continuiamo a parlare di Balotelli facciamo male a lui e a noi stessi".
Si aspettava di più da Grosso?
"Non è un mago, bisogna aspettarlo. Sono vecchio in questo mestiere e non mi aspetto più nulla. Io devo pensare alle pagine finali, non alle prossime pagine che leggerò. Servono prima i presupposti: quindi la forma fisica, innanzitutto. Poi quella psicologica e poi arriveranno le vittorie".
Si sente tradito da Balotelli?
"Bisogna smettere di guardare i social. Io sono un vecchio elefante di questo calcio, non ho un computer e spesso non uso nemmeno il cellulare. Mi difendo da questa modernità, forse eccedo. E' giusto comunicare maggiormente e questo forse è un mio grande difetto. Forse Balotelli dà più peso ai social che ai suoi valori, ma io non l'ho preso per i social. L'ho preso perché è alto 190 centimetri, è un animale e ha ancora un'età per dire qualcosa nel calcio. Quando sarà in condizione di farlo, se lo sarà, risponderà sul campo. In quel momento tornerà a fare il calciatore, adesso è un po' lontano da questo... L'ho preso sognando che ci potesse dare un valore aggiunto, ma non speravo assolutamente che fosse quello che dovesse cambiare le squadre. E' troppo facile scaricare le colpe su di lui e anche per questo ho cambiato allenatore. Da quando ho cambiato allenatore andava più aiutato lui che viceversa. Dobbiamo parlare il meno possibile e spegnere quanto prima questi social...".
Cosa ci dice delle dimissioni di Micciché?
"Ho ritrovato questa Lega dopo tanti anni e l'ho ritrovata molto cambiata, il calcio è diventato frenetico e con troppi interessi. Le squadre spendono più soldi di quelli che producono. Siamo stressati dalla pressione economica e dalla paura di retrocedere, dalla paura di non andare in Champions che rappresenta un introito molto elevato. Per Inter, Juventus, Milan, Roma o Napoli non andare in Champions è come per una piccola la retrocessione. Il calcio è cambiato, i soldi sono importanti e bisogna impegnarsi per quelli che si hanno, non per quelli che non si hanno. Micciché per quello che l'ho conosciuto sapeva dirigere, questa è una Lega che vuole ristrutturarsi coi titoli e coi nomi. L'isterismo che abbiamo in Lega è lo stesso che abbiamo sui campi e non diamo nemmeno il tempo di metterli sotto esame prima di cambiarli. Micciché era qui perché eletto e non è stato messo nelle condizioni di rimanere, i veleni sono stati molto pesanti. E' difficile fare il presidente in questa Lega, io vorrei aiutarli ma non ci sono più i vecchi presidenti di una volta. Oggi c'è poca comunicazione e c'è qualcuno che si diverte nel portare avanti la vecchia politica romana. Ci sono venti società che devono prendersi le loro responsabilità e guardarsi in faccia. Il problema non è Micciché, il problema siamo noi...".
Risponderà alla lettera dei tifosi che rivogliono Corini?
"Non l'ho letta. Fare il presidente di una squadra di calcio non è una cosa facile. Bisogna prendersi le proprie responsabilità, i tifosi scelgono quando c'è l'azionariato popolare. Fin quando resto presidente le decisioni devo prenderle io e non faccio le cose con leggerezza. L'allenatore che c'è in panchina è l'allenatore del Brescia, comunque si chiami. E bisogna sempre difenderlo".
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