Rossi su Linterista.it: "In America con Samuel, testimonianza di un amore interista d'altri tempi"
Attorno all’Inter c’è una negatività pazzesca, che arriva non solo dagli addetti ai lavori, ovviamente con fucile spianato dopo 8 sconfitte in 26 partite, ma dagli stessi tifosi nerazzurri, sempre più esigenti di altri.
Con il Porto c’è proprio aria di ultima spiaggia per Simone Inzaghi.
I quarti di Champions sembravano un’opportunità, ma dopo l’ennesima sconfitta in Campionato, entrare tra le migliori 8 squadre d’Europa, senza esserlo davvero, è diventato un dovere. Continuo a vedere le altre squadre gestire i loro problemi con più calma e razionalità, perché è evidente che le aspettative sull’Inter da oltre un decennio sono esagerate rispetto al valore della rosa.
Così, davanti a cotanta negatività, ho fatto una toccata e fuga in America recuperare io per primo un po’ di amore per la nostra Inter. E per quanto mi riguarda, missione compiuta!!!
Mentre sto rientrando in Italia per Porto-Inter, voglio raccontarvi della giornata indimenticabile vissuta a Garfied, in New Jersey, dove si sono ritrovati oltre 500 tifosi interisti provenienti da tutta la East Coast statunitense per celebrare l’ex Tripletista dell’Inter e viceallenatore Campione del Mondo con l’Argentina Walter Samuel. Sotto l’egida dell’Inter Club Facchetti of New Jersey si è infatti celebrato il 13° Galà annuale del Club. Presenti i rappresentanti degli Inter Club di New York, Atlanta, Filadelfia, ma anche dall’Arizona e dal Canada, oltre a numerosi argentini che vivono qui e che non hanno mancato di onorare il loro Campione del Mondo. Prima del Muro del Triplete, l’Inter Club Facchetti of New Jersey ha ospitato tra gli altri Diego Milito, Esteban Cambiasso, Javier Zanetti, Beppe Baresi, Cristian Chivu, Marco Materazzi, Francesco Toldo, Youri Djorkaeff, Mario Corso e naturalmente Massimo Moratti. Al di là della finalità ovviamente benefica, per me è stato un onore prendere un aereo da Milano per una giornata americana che resterà indimenticabile. Sono stato testimone di quanto i tifosi dell’Inter siano ‘fratelli del mondo’ che, insieme a ‘Inter is not for everyone’, resta lo slogan più azzeccato per lo sterminato e indomito popolo interista.
Chiaramente ne ho approfittato per fare una lunga chiacchierata con Walter Samuel, che ha trasmesso a tutti, ma qui ce n’era meno bisogno che in Italia, la sua positività, anche alla vigilia di Porto-Inter.
Qualche lacrima di nostalgia ho dovuto trattenerla davanti ai racconti di The Wall sui mitologici quindici giorni che condussero al Triplete 2010. Mi ha svelato dopo tanti anni come li avevano vissuti, che cosa si dicevano negli spogliatoi guardandosi negli occhi quei calciatori unici e tutta una serie di altre cose che mi piacerebbe accadessero ora nello spogliatoio, certamente meno qualitativo e sereno, dell’Inter di Simone Inzaghi. Perché se quelli di oggi sapessero parlarsi tra loro, allenatore compreso, come si parlavano Samuel e i suoi compagni di allora ve lo metterei per iscritto che con il Porto l’Inter si qualifica senza problemi. Anche Samuel però mi ha spiegato di essere molto sorpreso dall’irregolarità di rendimento dell’Inter odierna e di quanto siano cambiati, io direi ridimensionati per caratura tecnica, i calciatori di oggi rispetto a quelli dei suoi tempi, i difensori in particolare.
Mi ha fatto bene però trascorrere sei ore con lui in America, vederlo sommerso dall’amore dei tifosi americani dell’Inter e dell’Argentina, restituendomi almeno per una giornata uno spirito interista che fatico a ritrovare oggi non solo in questa squadra ma anche nell’intero ambiente. Spero solo che con il Porto ognuno di quelli che andrà in campo si ricordi della Maglia che porta e pensi bene a chi l’ha portata prima di lui, come Walter Samuel, che ancora oggi riscuote dai tifosi interisti di ogni angolo del mondo un amore senza tempo.
Viva l’Inter, sempre e comunque!