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Roma, contro l'Hellas arriva qualche segnale d’allarme. Preoccupano ritmo e idee

Roma, contro l'Hellas arriva qualche segnale d’allarme. Preoccupano ritmo e ideeTUTTO mercato WEB
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Oggi alle 07:45Serie A
di Debora Carletti

Se un indizio è solo un indizio. Due possono ancora sembrare una coincidenza. Tre fanno una prova. Dopo aver visto le partite contro Lazio e Juventus, e notato somiglianze con quella di sabato tra Roma e Hellas Verona, non è azzardato iniziare a nutrire qualche seria preoccupazione sullo stato di forma della squadra.

A parte Mile Svilar, Matias Soulé ed Eldor Shomurodov – tra i pochi a salvarsi – il resto della rosa sembra in evidente debito d’ossigeno. L'impressione è che la squadra abbia perso brillantezza, ritmo e, soprattutto, certezze. A confermarlo, indirettamente, ci ha pensato Angelino nel post-partita: giocare una sola partita a settimana, invece che tre, può sembrare un vantaggio, ma in realtà rischia di spezzare il ritmo e far perdere di vista l’obiettivo finale. Una squadra che si allena più di quanto gioca, può facilmente smarrire intensità, concentrazione e fame.

E poi c’è l’assenza di Paulo Dybala. Una mancanza che si fa sentire in ogni zona del campo: manca la sua visione, la precisione nelle giocate, la capacità di alzare il livello tecnico e dare fluidità all’intero sistema di gioco. Da quando il talento argentino non c’è, tutto sembra più macchinoso, più prevedibile. Lo si vede anche da come giocatori come Angelino siano meno coinvolti: se lo spagnolo riceve pochi palloni e resta ai margini della manovra, è un segnale evidente di un collettivo che fatica a trovare coesione e idee.

Certo, non serviva una sfera di cristallo per notare quanto il numero 21 abbia sempre fatto la differenza, ma se è vero che la sua importanza è sotto gli occhi di tutti, è altrettanto evidente che – a oggi – la Roma non ha ancora trovato contromisure efficaci alla sua assenza. E questo, alla lunga, può diventare un problema serio.

La Champions League, come ha detto anche Ranieri, è un obiettivo fuori portata. Ma un posto in Europa è ancora lì, a portata di mano. Il conto alla rovescia è già cominciato: da qui alle prossime cinque partite (o forse anche prima), si capirà chi ha davvero creduto fino in fondo nella corsa europea, chi ha saputo mostrare resilienza, carattere e lucidità nei momenti chiave.

Tutto è ancora da decidere. Ed è proprio adesso che serve trovare la quadra, ricompattarsi, riscoprire motivazioni e gioco. Non solo perché la posta in palio è altissima, ma anche perché il finale di questa stagione inciderà – e non poco – sulla programmazione della prossima.

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