Retegui non segna da due mesi e mezzo e ha perso l'Italia. A Gilardino il compito di ritrovarlo

Mateo Retegui non sta vivendo uno dei suoi momenti migliori. Arrivato in estate al Genoa, il centravanti argentino è il punto fermo sul quale l'attacco rossoblù si sarebbe dovuto poggiare più di ogni altro per il campionato che segnava il ritorno immediato del Grifone in massima serie. Una partenza col botto per il bomber italo-argentino, naturalizzato azzurro: subito una doppietta all'esordio in Coppa Italia contro il Modena, nelle prime cinque giornate è andato a segno quattro volte.
Poi ci si è messo di mezzo un problema al ginocchio rimediato a inizio ottobre che ne ha influenzato il rendimento, specialmente sul lato fisico. Nella sostanza, se si esclude un rientro con nuovi problemi annessi a fine ottobre con la Salernitana, quasi due mesi di stop visto che fino alla gara pareggiata a Empoli del 2 dicembre Retegui non ha più giocato. Il gol manca da ancora più tempo: due mesi e mezzo, l'ultimo nel roboante 4-1 del 28 settembre contro la Roma di Mourinho.
E se la rete con il club non arriva, anche estendendo lo sguardo alla Nazionale le cose non vanno troppo meglio: il suo "scopritore" Mancini è diventato commissario tecnico dell'Arabia Saudita e Spalletti non lo sta includendo nel suo gruppo. Un passo alla volta, però: impensabile credere che l'Italia, già alle prese con grandi problemi offensivi, possa appoggiarsi ad un Retegui in questo stato di forma. Alla sua guida tecnica Gilardino, che prima di allenare era bomber di razza, il compito di riportarlo sulla giusta strada, quella che ha fatto considerare il suo arrivo nella Genova rossoblù alla stregua di quello di un top player. Questo è e deve essere il Retegui italiano.
