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Responsabile legale FIGC: "Rischi per Inter e Milan? Art. 25 e Art. 4, facciamo chiarezza"

Responsabile legale FIGC: "Rischi per Inter e Milan? Art. 25 e Art. 4, facciamo chiarezza"TUTTO mercato WEB
Oggi alle 18:53Serie A
di Alessio Del Lungo
fonte dall'inviato Ivan Cardia

Giancarlo Viglione, responsabile legale FIGC, è intervenuto ai microfoni dei media, tra cui TMW, a margine della presentazione della seconda edizione del Codice di Giustizia Sportiva FIGC: "L'obiettivo è raccogliere tutte le norme che trovano ingresso nel mondo sportivo e in particolare in quello calcistico, le norme statali, le norme della Federazione, che non sono solo il codice di Giustizia sportiva, ma sono anche le NOIF, le norme degli arbitri, della Lega di A, di B, della LND, del calcio femminile, ma anche del settore giovanile scolastico e della divisione paraolimpica".

Il caso della Superlega e il caso Diarra pongono un interrogativo su quale sia il confine tra l'autonomia e la possibilità delle norme internazionali di intervenire. Come si risolve questo diverbio?
"Come diceva Sisto, l'autonomia dell'ordinamento sportivo ha un valore che va salvaguardato, lo devono fare i dirigenti sportivi, come sta facendo Gravina, lo devono salvaguardare gli operatori del diritto, che le norme le scrivono".

Sul caso Diarra qual è la sua opinione?
"È ancora un po' fresco, bisogna riflettere. C'è questo pericolo di "intromissioni", come dice la Corte Costituzionale nella sentenza 160 del 2000. Questo non significa che l'ordinamento statale non possa interessarsi della materia sportiva, lo fa ed è giusto che lo faccia, ma lo deve fare quando è giusto e necessario".

Fino a dove posso spingersi le società nel rapporto con gli ultras?
"È una condotta normata nel codice, basta leggerlo, c'è l'Art. 25. Devono attenersi scrupolosamente a questo".

Cosa rischiano Inter e Milan se dovesse essere appurato che non lo hanno rispettato?
"Questa è una risposta che potrà dare la Giustizia Federale quando avrà concluso il suo lavoro".

Può essere tirato in ballo anche l'Art. 4?
"C'è un giudizio, un procedimento. Abbiamo letto, la Procura Federale ha chiesto gli atti alla Procura di Milano e ha aperto un indagine. Poi spetterà al procuratore. Si è parlato tanto dell'Art. 4, è una clausola residuale, ma sarà la Procura a verificare".

L'Art. 4 deve intervenire solo qualora non si siano verificati degli illeciti riferibili ad altri articoli.
"Io difendo e sono un grande difensore dell'Art. 4, ce l'ha la Spagna, la Francia, la Germania, la UEFA, il CONI e tutte le federazioni. Bisogna saperlo gestire, altrimenti corriamo il rischio che qualcuno sostenga che possa considerarsi contrario ai principi del diritto europeo. L'Art. 4 una clausola di salvaguardia che va gestita con grande equilibrio. Quando le condotte sono tipizzate si ha maggiore difficoltà a utilizzare una clausola di salvaguardia".

Si è parlato anche di responsabilità oggettiva. Per come è congeniata adesso, non è un meccanismo che rischia di mettere i club sotto il ricatto degli ultras?
"Al di là dei ricatti e dei fatti specifici, in questo codice di Giustizia Sportiva, c'è l'Art. 7, una norma che finora è stata poco utilizzata. Il presidente federale ha voluto una norma per effetto della quale questo principio di responsabilità oggettiva, che rimane e non può non rimanere, trovi un'attenuazione. Quando la società dimostra di aver fatto tutto il possibile affinché quella condotta non si realizzasse la sua responsabilità è esclusa o escriminata. Lo si deve fare non con un fogliettino, ma dimostrando al giudice che la società ha fatto tutto il possibile, anche attraverso l'utilizzo di modelli realmente ben fatti, ai quali il giudice deve riferirsi per verificare se la società ha fatto tutto il possibile. La responsabilità oggettiva continua a essere un principio assoluta del diritto sportivo, ma questo Art. 7 la attenua nel caso in cui la società dimostri di aver fatto tutto il possibile, che deve essere documentato. Questa novità è troppo 'nuova', per questo non è diventato forse patrimonio comune".

Conceicao è stato espulso con un doppio giallo e l'AIA ha confermato l'errore nel caso della seconda ammonizione. Il giocatore è stato multato e squalificato, mentre in Premier a volte è stato riconosciuto l'errore. È una cosa applicabile in Italia?
"Non sono le opinioni che possono modificare dei referti. Si può applicare nel momento in cui c'è qualcosa di oggettivo. Un giudice non può valutare delle opinioni, c'è un procedimento che può portare ritenere che una condotta sia diversa da quello che un referto arbitrale sostiene".

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