Oltre i fantasmi e la rimessa: l’Inter è stanca, in trasferta (in A) fatica da febbraio

Ci sono gli spettri di uno scudetto già volato via a Bologna, e c’è la rimessa galeotta che ha fatto arrabbiare Simone Inzaghi. Nel ko dei nerazzurri al Dall’Ara, che fa felice Conte perché consente al Napoli l’aggancio in classifica, c’è tanto da raccontare e qualche dato da non dimenticare. Perdere con i rossoblù, a oggi - seppur aspettando la Juventus - quarta forza dal campionato, non è un peccato mortale. Così all’ultimo minuto, ma soprattutto dopo averlo sostanzialmente meritato, semina nuovi e vecchi dubbi.
Inter male in trasferta: il dato. Fa un po’ sorridere enunciarlo a una decina di giorni dall’impresa di Monaco di Baviera, però i freddi numeri sono quelli e in campionato il dato è oggettivo. Nelle ultime cinque trasferte in Serie A, l’Inter ha vinto solo una volta, a Bergamo con l’Atalanta: nel conto ci sono due sconfitte - Torino con la Juve prima di Bologna - ma anche i due pareggi con Venezia e Parma. Anche se a San Siro i nerazzurri volano, anche se in Champions non trovano ostacoli - e riaffiora il vecchio tema di una considerazione diversa - un percorso così complica tutto.
L’Inter è stanca, e dalla panchina… Contro il Bologna la fiacchezza è stato un altro dato non proprio oggettivo, ma quasi. Il tema non sono le scelte di Inzaghi: ha dato priorità al campionato sulla Coppa Italia, come avrebbero voluto in molti. Però a centrocampo la fatica si accusa. I giudizi sulle riserve nerazzurre, nei mesi precedenti, sono sempre stati ondivaghi, soggetti al risultato: quando Frattesi entra e segna, è oro dalla panchina. In altri casi, la panchina è un problema. Forse la verità sta nel mezzo, e ci sono dei giocatori che danno ricambi efficaci: è il caso di Frattesi, ma al momento anche di Bisseck (nonostante l’errore di ieri, e ne ha commessi parecchi di recente), De Vrij, Carlos Augusto, Arnautovic, Darmian se lo si vuole considerare un’alternativa. Poi c’è chi aggiunge poco, se non nulla: Zielinski non può per infortunio, ma Asllani è ormai precipitato in coda alle scelte. Appena più in alto di Taremi, che si può bollare come delusione, e del solito Correa. Fatti i conti, l’Inter ha un nucleo di 17-18 giocatori in cui può ruotare senza risentirne davvero, zero giovani ad allungare la squadra (questa forse è una valutazione che Inzaghi dovrebbe fare in ottica futuro), e almeno 3-4 ruoli in cui bisognerà riflettere in estate. Centrocampo e attacco su tutti.
