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Italiano e lo scalino del grande allenatore, il suo 2023 allontana ogni accusa di integralismo

Italiano e lo scalino del grande allenatore, il suo 2023 allontana ogni accusa di integralismoTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
sabato 23 dicembre 2023, 06:30Serie A
di Dimitri Conti

Se qualcuno, tratteggiando il Vincenzo Italiano del terzo anno alla Fiorentina, continua a raccontare di un allenatore integralista le alternative sono due: o manca da tempo di vedere una partita della Fiorentina, oppure non ha un'ottima considerazione personale del tecnico di Karlsruhe. Certo, i primi scalini della sua carriera e il primo anno e mezzo a Firenze hanno sempre e inevitabilmente corso sui binari del 4-3-3, a tratti (si veda l'inizio della stagione scorsa) persino ostinatamente, ma da un po' di tempo a questa parte, a partire dalla grande svolta di inizio 2023 con la quale è passato costantemente al 4-2-3-1, Italiano ha dimostrato eccome di avere anche la dote dell'adattabilità nel suo bagaglio, ieri a Monza ha fornito semplicemente l'ultima riprova.

Una mossa così prolungata non l'aveva mai fatta, ma ha osato: al minuto 55 di una partita che vedeva la sua Fiorentina avanti all'U-Power, con poche sofferenze accumulate in un primo tempo sbloccato subito e ben gestito, ha tolto Barak e messo Mina. Difesa a tre, quasi uomo su uomo e a specchio rispetto al 3-4-2-1 brianzolo. I pericoli da pochi sono diventati zero, permettendogli di godere della mossa nel post-partita, con tutte le motivazioni del caso: "Abbiamo adottato una soluzione che a volte abbiamo provato in allenamento, ci sono squadre fisiche che se ti arrivano forte in ampiezza non puoi affrontare sempre a quattro, copri male il campo. C'era necessità di questa mossa e ha pagato". Era già successo a Udine, per dire.

Parole che propongono ancor di più la figura di un allenatore maturo, cambiato e cresciuto all'interno di un percorso che l'ha messo alla prova diverse volte e l'ha visto mutare profondamente. Un allenatore capace, per tratteggiare ancora, di battere l'ostico Bologna di Thiago Motta, impresa finora riuscita solo a lui e Pioli in questa stagione. Nell'arco di un solo anno è cambiato come mai prima d'ora: le accuse di integralismo tattico che gli sono state rivolte negli anni e nomignoli come "erede di Zeman", definizioni che quasi mai ne raccontano traccia, personalità e marchio, sono lontanissimi.

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