Ieri le parole a centrocampo, oggi le voci sull'esonero. Dalla Juve alla Juve, gli 8 mesi di Gattuso
Insigne, Politano, Maksimovic e Milik. Con questa sequenza, ai calci di rigore, il Napoli lo scorso 17 giugno riuscì a battere la Juventus e ad alzare al cielo la Coppa Italia. Una serata storica ma soprattutto densa di emozioni: quella Coppa Italia fu il primo trofeo assegnato in Europa dopo il lockdown e lo stop dei campionati e anche per questo fu simbolo e speranza per tanti. Ma le emozioni, quelle viscerali legate al campo, vennero fuori soprattutto negli occhi e nelle voci dei protagonisti azzurri al fischio finale, in quel sentito e a tratti informale abbraccio collettivo a metà campo. "Professionaità, carattere, senso di appartenenza... Qua c'è gente in scadenza, che andrà via, ma che sta piangendo", fu questa la sintesi del discorso di Gattuso alla squadra, alla presenza del presidente Aurelio De Laurentiis, ascoltabile solo grazie alla non presenza del pubblico. In quel frangente De Laurentiis, non solo per la premiazione, scelse di scendere in campo per stare vicino alla squadra ed esaltare le gesta del suo allenatore. Gattuso era arrivato già da qualche mese e fra lockdown e tanto lavoro (anche mentale) per risollevare la squadra quel successo rappresentava un giusto riconoscimento. E proprio lì si iniziarono a fare i primi discorsi approfonditi sul rinnovo di contratto. In quel momento il coltello era tutto dalla parte di Gattuso, condottiero di un Napoli vincente. In quel momento Gattuso raggiunse, senza paura di essere smentiti, il punto più alto della sua esperienza napoletana.
8 mesi dopo, il mondo si è capovolto - In quel contesto, De Laurentiis chiese ai suoi di "arrivare in Champions". Obiettivo però fallito, dopo la Coppa Italia, con la squadra di Gattuso che si piazzò al settimo posto. Le aspettative per la nuova stagione però erano altissime, con tanti allenatori (su tutti Conte) che indicavano il Napoli come seria candidata alla Scudetto. Obiettivo che oggi sembra particolarmente lontano. Intendiamoci: non che la squadra di Gattuso sia fuori dai giochi. Anzi proprio il recupero con la Juventus, dovesse finire in successo, potrebbe ridare slancio e speranze. Ma ad oggi sembra quantomeno difficile immaginare una rimonta con sorpasso alle milanesi e alla Juventus. Avversaria di oggi che, scherzo del destino, potrebbe avere questa doppia valenza simbolica. Punto più alto del Napoli di Gattuso, col successo in Coppa Italia. Ma pure punto più basso del Napoli di Gattuso, come testimoniano critiche e voci di esonero nei confronti del tecnico.