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Sampdoria, Accardi: "In campo voglio un altro atteggiamento. Sottil? Non è a tempo"

Sampdoria, Accardi: "In campo voglio un altro atteggiamento. Sottil? Non è a tempo"TUTTO mercato WEB
Oggi alle 15:34Serie B
di Andrea Piras
fonte dal centro sportivo "Gloriano Mugnaini", Bogliasco (GE)

Conferenza stampa per Pietro Accardi. Il direttore sportivo della Sampdoria ha analizzato dal centro sportivo "Gloriano Mugnaini" il momento: "E' finito perché non è stato per noi un ritiro punitivo ma risolutivo perché era necessario confrontarci ancora di più ed è quello che abbiamo fatto. Subito dopo Pisa, sia io che l'allenatore, abbiamo deciso di interrompere i permessi che erano stati dati per ritrovarci il giorno dopo a Bogliasco. Poi confrontandomi con il presidente mi ha suggerito il ritiro e, di comune accordo, abbiamo deciso di farlo. Sono stati tre giorni intensi dove il confronto con la squadra è stato ancora più diretto. Sappiamo tutti che momento stiamo vivendo, c'è una presa di coscienza da parte mia in primis, da parte dell'allenatore, da parte della squadra che sicuramente non ci fa felici. Ma siamo convinti di avere le risorse per ribaltare questa situazione".

Mercato?
"Intanto quando ho deciso di venire alla Sampdoria sapevo a cosa andavo incontro. Alle difficoltà che avrei incontrati. Sia iniziali, per il mercato, e sia durante il campionato. Poi uno spera di viverle ma non è realistico quando si tratta di progetti di costruzione. Quando non si rende, non do sempre la responsabilità solo ai calciatori. C'è anche un responsabilità anche nostra per metterli nelle condizioni migliori per esprimersi. Non ho nessun dubbio sui valori dei giocatori che abbiamo preso ma devono fare di più, dobbiamo fare di più (io in primis) e far vedere i reali valori che tutti abbiamo. Io mi prendo sempre le responsabilità. Vivo con loro ogni istante, probabilmente anche io devo fare capire di più determinate cose. Non basta quello che stiamo facendo perché quando si ottengono i risultati o non si ottengono il concorso di colpa di tutti. Questo è quello che ci siamo sostanzialmente detti e devo dire che quello che ho è avere una squadra responsabile che lavora e che non è felice né di come sta rendendo e dei risultati. Il calcio non è una scienza esatta, uno più uno non fa due. Se devo analizzare, come si fa tutti i giorni, il lavoro fatto posso dire che da parte di tutti c'è la massima professionalità. Ma non basta, dobbiamo dare qualcosa in più che viene da dentro. Io qui non parlo di prestazioni tecnico-tattiche, parlo di atteggiamento. L'atteggiamento non è stato perfetto in tutte le partite e l'atteggiamento lo determiniamo noi. Questo è un aspetto che è mancato, non in tutte le partite".

Allenatore?
"Il mister non è a tempo. Gode della fiducia della società, mia e della squadra. Sa che quello che si deve vedere oggi è un altro spirito in tutte le partite. Per quanto riguarda il modulo, il mister aveva già idea di provare nuove soluzioni in virtù dei recuperi di certi giocatori che per noi sono importanti ma che per le condizioni fisiche inizialmente precarie andavano aspettati. Sta lavorando su un altro modulo ma questo è più un aspetto tecnico-tattico ed è giusto che lo approfondisca lui. Questo non è perché tutto quello che è stato fatto è sbagliato e con il cambio modulo cambiano le cose. Le cose le cambiamo se mettiamo un altro spirito, indipendentemente dal modulo".

L'esonero di Pirlo?
"Io sono il primo che commette errori tutti i giorni. Chi prende decisioni va incontro a degli errori. Su Pirlo ho e abbiamo deciso di continuare per dare continuità ad un progetto tecnico iniziato non sotto la mia gestione perché, specialmente nella seconda parte di campionato, ho visto una squadra organizzata al di là delle lacune che potesse avere in quel frangente. E' chiaro che nel momento in cui si dà continuità al progetto con un allenatore che conosce l'ambiente e viene da un percorso di un anno e con una squadra costruita prima dell'inizio del campionato ci si aspettava un inizio diverso. Questo non è avvenuto e abbiamo deciso di cambiare".

In caso di esonero di Sottil si può richiamare Pirlo?
"Non è un discorso di Pirlo o Sottil. E' un discorso di fiducia. E noi abbiamo fiducia in Sottil. Ha trovato una squadra costruita con un altro allenatore e prima di accettare ha avvallato ed era contento dei giocatori che avrebbe allenato. Sottil ha fatto ad oggi 10 partite, 9 in campionato e la Coppa Italia, e oggi ha portato 14 punti più il passaggio del turno in Coppa. Sono soddisfatto del lavoro di Sottil ma è evidente che l'atteggiamento della squadra deve essere diverso perché siamo convinti che con il giusto atteggiamento, con i valori della squadra, puoi vincere le partite. Le squadre di Sottil sono state squadre sempre forti dal punto di vista caratteriale, sono sempre state determinate e cazzute. Abbiamo la faccia mia e di Sottil. Io ho anche queste caratteristiche e quando una mia squadra non ha quelle caratteristiche ci si fa delle domande, ecco perché ci metto sempre la faccia".

Problema di pressione?
"Di sicuro questo è un problema, il fatto di avere 30 calciatori da gestire può essere un problema. Perché poi alla fine possono essere convocati 23 giocatori e quindi il mister ogni partita è costretto a lasciare sei giocatori di movimento a casa però la cosa che mi ha sorpreso di questi ragazzi è l'unione che hanno di fronte a queste difficoltà perché non è bello per un allenatore lasciare fuori qualcuno quando deve provare alcune situazioni. Lui però è stato chiaro con tutti e forse per questo che i calciatori, davanti ad una chiarezza da parte dell'allenatore, si trovino bene. Ricordo Kasami che oggi sta giocando ma inizialmente lui e l'allenatore si sono parlati e ha detto determinate cose. Il ragazzo si è messo a lavorare e si è riconquistato il posto. Il mister non ha preclusioni verso nessuno ma poi è chiamato a fare delle scelte. I risultati si ottengono con tempo, programmazione ma sappiamo che nel calcio tempo non ce n'è. Al di là che io la squadra l'ho costruita con un altro allenatore e le scelte le ho fatte in concerto con lui".

TMW - In difesa, col senno di poi, serviva forse più esperienza?
"Guardo Ferrari ed è chiaro che lo dovevamo aspettare. Il ragazzo sta meglio e nel pacchetto di una difesa a tre abbiamo tre difensori esperti e tre giovani".

Il centrocampo?
"Bellemo non è un play. E' un centrocampista a due che può fare la mezzala di raccordo. Se noi costruiamo un centrocampo a tre, abbiamo due play (Melle e Yepes), due mezzali tattiche (Bellemo e Kasami) e due mezzali di gamba (Akinsanmiro e Benedetti). Abbiamo pensato di mettere un centrocampista perché non dimentichiamoci di Vieira, signor giocatore ma che vive di problematiche. Abbiamo trovato qui Ricci, che già inizialmente con Pirlo volevamo migliorare, per questo abbiamo costruito questo centrocampo. In questo momento non pensiamo a gennaio, in questo momento siamo concentrati sul dare la versione migliore di noi stessi. Poi a gennaio, che è ancora lunga e a seconda delle indicazioni dell'allenatore, se ci sarà da migliorare la rosa non ci tireremo indietro senza stravolgimenti"

Gli obiettivi cambieranno anche in caso di eventuale non promozione?
"La programmazione trasmessa dal presidente è sempre stata a media e lungo termine. Poi, in virtù del mercato che è stato fatto, si sono alzate le aspettative. Sgombriamo subito il campo da aspettative e pressioni. Chi non sa convivere con aspettative e pressioni non può fare questo mestiere: sia presidente, allenatore e giocatori. Marassi non è un problema, è il nostro fortino. Siamo noi che dobbiamo farlo ridiventare la nostra forza. La nostra gente va trascinata sempre e solo con l'atteggiamento. I tifosi fino ad oggi sono stati straordinari, ora è il momento di restituirgli qualcosa. Il nostro obiettivo oggi è preparare al meglio Palermo".

I giocatori possono tornare nei club?
"Io ho vissuto quegli anni, dove il rapporto con l'ambiente, la tifoseria e la città era molto più vicino. Ricordo gli allenamenti dove i tifosi si mettevano sulla salita e ci trasmettevano la loro passione. E' una cosa di cui stiamo parlando con la società perché abbiamo voglia di ricreare questo rapporto con città e tifoseria. Dobbiamo capire dove fare quest'area, gli spazi qui sono pochi ma è un argomento che stiamo affrontando e che vogliamo che accada".

Mercato di gennaio?
"Penso che in questo momento si parli di mercato pur essendo così lontano. Tutino lo abbiamo voluto fortemente perché crediamo nei suoi valori. Lui è il primo che sa che può fare di più e non è contento".

Il rapporto con Manfredi e Messina?
"Ho un rapporto fantastico con la proprietà, che è Manfredi. Poi c'è il suo braccio destro, Messina, e siamo in totale sinergia. Ci confrontiamo sempre su tutto, ricordo il mercato fatto a quattro mani. Tutte le decisioni le prendiamo insieme ma poi mi sento di dire che sono l'unico responsabile anche se ho l'avvallo del presidente".

Quattro portieri?
"Il capitolo portiere è il seguente: nella fase iniziale abbiamo perso Ghidotti per un infortunio abbastanza serio, i tempi erano abbastanza lunghi, si parlava di un mese e mezzo o due mesi. Avendo solo Vismara e Ravaglia non ce la siamo sentita di continuare con solo due portieri. E' nata l'opportunità di prendere Silvestri e abbiamo deciso di chiudere per lui. Poi, come in tutti i ruoli, anche il portiere sta diventando un giocatore di movimento. Il mister in questo momento ha dato la porta a Vismara ma ciò non toglie che sappiamo di avere quattro portieri, sta a loro guadagnarsi la maglia da titolare".

Borini e Barreca?
"Un conto sono le cose che si scrivono. Giustamente voi fate il vostro lavoro. Un conto è poi la realtà dei fatti. Qui non c'è mai stato nessun caso Borini o Barreca. C'è sempre stato un allenatore che ha 30 giocatori e in base alla partita fa delle scelte. Di fatto Borini oggi il mister lo sta utilizzando ma non c'è alcun caso Borini, Barreca o Ricci. Abbiamo 30 giocatori da gestire e il mister tutte le settimane deve fare delle scelte. Borini è sempre stato dentro il gruppo e lo è tutt'ora. A gennaio? Non ci sto pensando ma non solo a Borini. Vale per tutti".

Scorie dell'anno scorso?
"Di scorie dello scorso anno non le ho mai percepite. C'è un gruppo di lavoro nuovo. All'interno di Bogliasco ci lavorano persone completamente diverse rispetto allo scorso campionato".

Pedrola?
"Sta meglio, sta crescendo. Sappiamo il valore del giocatore. Ora ha una condizione per cui l’allenatore può pensare di schierarlo ma ora spetta a lui".

Tu sei l’unico uomo di calcio?
"Per me non è un limite. Ho avuto la fortuna di avere un presidente come Corsi che fa calcio da 35 anni ed è stato una persona importante che mi ha fatto crescere. Ma anche in quella circostanza prendevo delle decisioni e mi prendevo le mie responsabilità. E anche in quella realtà si cambiava tantissimi giocatori ogni anno. Con Manfredi ho un attimo rapporto. Quando un presidente investe i soldi impara anche in fretta a capire le dinamiche calcistiche ma è chiaro che ha riposto in me la fiducia da questo punto di vista. Mi ha scelto per la competenza calcistica, per i risultati che ho portato in questi anni, per la mia esperienza e per un progetto a lungo termine".

I convocati?
"Abbiamo fatto questa scelta perché per avere 30 giocatori a disposizione ogni settimana l’allenatore è costretto a lasciarne sei a casa e non vorremmo dare vantaggi agli avversari. Se il mister a Cesena decide di non portare Borini è un’indicazione che dà. Poi al giorno d’oggi è difficile tenere nascosto un non convocato ma la motivazione è questa".

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