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I vent'anni di presidenza De Laurentiis: i dodici allenatori, da Ventura a Conte

I vent'anni di presidenza De Laurentiis: i dodici allenatori, da Ventura a ConteTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
martedì 10 settembre 2024, 12:40Serie A
di Andrea Losapio

Vent'anni, dodici allenatori. Con il ritorno di Mazzarri sarebbero tredici, ma questo è un altro discorso. La presidenza De Laurentiis, positiva per moltissimi motivi, ha avuto anche punti complicati. Non è un mangiallenatori, ma quando le cose non vanno bene cerca di cambiare rotta, anche con alcune scelte che possono sembrare impopolari.

Gian Piero Ventura - Il primo in assoluto, arriva dopo anni fra A e B, ma dura solamente sei mesi. Ha l'obiettivo di vincere la C1, fa 27 punti in 19 partite. Troppo poco per sperare di ambire alla promozione diretta.

Edoardo Reja - Era un altro Napoli, questo va detto. Lo prende in C1, sale in B alla prima stagione completamente sua, poi nella Serie A più competitiva di sempre (con Juventus e Genoa) arriva secondo e sale subito in A. Allena Lavezzi e raggiunge un ottavo posto che significa qualificazione in Intertoto. Nel 2008-09 ha un calo (35 punti in 27 partite) e saluta anzitempo.

Roberto Donadoni - Come per Garcia, mai stato realmente amato dal presidente. Anche per i risultati: solo cinque vittorie in diciannove partite contando tutte le competizioni, un dodicesimo posto da subentrato, poi sette punti in sette gare. Forse il flop maggiore per De Laurentiis, visto quanto poi ha realizzato Mazzarri.

Walter Mazzarri - I grandi amori fanno un giro immenso e poi ritornano? Subentra a Donadoni e arriva sesto, poi quinto, poi terzo, infine secondo, prima di salutare e andare all'Inter. È stato il punto più alto della sua carriera, vincendo anche una Coppa Italia. Tre anni e mezzo ben goduti, salvo poi "rovinare" un minimo il ricordo con i mesi a cavallo del 2023 al 2024. Meglio ricordare solamente la prima parte della sua esperienza in azzurro.

Rafael Benitez - Più che discreto il biennio con Rafa Benitez, anche se paga, probabilmente oltremodo, il rigore sbagliato da Higuain nell'ultima partita con la Lazio, fatale per il possibile quarto posto - con preliminare annesso - di Champions League. Vince una Coppa Italia e una Supercoppa italiana.

Maurizio Sarri - C'eravamo tanto amati. Prima secondo, poi terzo, poi ancora secondo, con quello Scudetto perso in albergo come triste epilogo di un triennio straordinario, meraviglioso. Poi va al Chelsea con uno stipendio praticamente triplicato rispetto a quello che percepiva al Napoli, di passaggio verso gli acerrimi nemici della Juventus.

Carlo Ancelotti - Arriva per cercare di vincere il campionato e arriva secondo. Subisce un ammutinamento dopo una partita di Champions League, con i giocatori che si arrabbiano (ma non solo con lui) e per questo passa il girone di Champions e poi saluta: pochi i ventuno punti in quindici partite raccolti in A.

Gennaro Gattuso - Subentra ad Ancelotti a gennaio e vince subito, nel periodo Covid, l'ultima Coppa Italia alzata al cielo dal Napoli. Poi, però, nella stagione successiva fallisce il quarto posto contro un Fatal Verona. Ma era già stato depotenziato, con il suo futuro che era già praticamente deciso con anticipo.

Luciano Spalletti - Due stagioni, super positive. Prima il terzo posto, poi la vittoria del campionato, il terzo per gli azzurri, praticamente già a dicembre. Una squadra come un giocattolo perfetto, salvo poi lasciare proprio per il rapporto, non così semplice, con il Presidente.

Rudi Garcia - È stato l'errore più grande possibile, dopo l'addio di Spalletti. Perché è stato delegittimato praticamente subito, sia per questione di ruoli, sia di uomini. Finisce nel tritacarne e non ne esce, durando pochissimo.

Francesco Calzona - Arrivato in un momento di difficoltà epocale, non è riuscito a cambiare completamente il volto del Napoli. Purtroppo chiude fuori dalle Coppe, cercando di normalizzare quello che si poteva. Almeno senza far passare sei mesi di - grossa - difficoltà agli azzurri.

Antonio Conte - Può essere la rivoluzione copernicana? L'allenatore che arriva e fa spendere i soldi per cercare di raggiungere nuove vette? L'inizio non è stato dei migliori, con il 3-0 subito dal Verona. Non ha le coppe e questo può aiutarlo soprattutto nei confronti delle sue avversarie. È a un punto dalla vetta e rischia di non allontanarsi.

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