Gestione, errori, rabbia: la Roma pareggia con il Porto al Dragão
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La Roma si specchia nella sua stagione in una notte europea che lascia l’amaro in bocca. Al Dragao, i giallorossi affrontano un Porto in crisi, uno scenario che sulla carta offre l’occasione perfetta per ipotecare la qualificazione. Eppure, l’atmosfera spettrale sugli spalti sembra quasi un presagio di ciò che accadrà in campo.
Il primo tempo segue un copione rassicurante: la Roma, pur senza brillare, tiene il controllo del match e chiude avanti grazie a Celik, che trova il gol nel finale di frazione. Ma qualcosa cambia radicalmente nell’intervallo. Appena rientrati in campo, i portoghesi sfiorano subito il pari e, da quel momento, la partita si sgretola sotto gli occhi increduli di tifosi e giocatori.
Il momento chiave arriva con un incredibile errore tattico: su un corner a favore, Cristante prolunga, Mancini e Pisilli falliscono il tap-in da pochi passi, e nel ribaltamento di fronte il Porto colpisce. A peggiorare le cose, Cristante si fa espellere ingenuamente nel giro di pochi minuti, lasciando la Roma in dieci.
Come se non bastasse, l’infortunio di Dybala e la squalifica di Saelemaekers per il ritorno aggiungono peso a una serata già complicata. Il pareggio finale, paradossalmente, diventa quasi un risultato da accettare, ma la prestazione e la condizione generale della squadra lasciano più dubbi che certezze. Tra volti provati e gambe pesanti, l’unico spiraglio di luce porta il nome di Baldanzi, protagonista di una prova incoraggiante in mezzo al caos.
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