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Algerino: "Milan, la mediana del PSG è il punto debole. Verratti via? Un mistero"

ESCLUSIVA TMW - Algerino: "Milan, la mediana del PSG è il punto debole. Verratti via? Un mistero"
© foto di Europe1
lunedì 23 ottobre 2023, 19:38Serie A
di Gaetano Mocciaro
fonte inviato a Parigi

Archiviata l'amara domenica, il Milan si proietta già alla Champions League, destinazione Parigi. L'avversario, il più tosto in un girone che è di fatto quello della morte. Eppure il Paris Saint-Germain ha dimostrato di non essere invincibile, uscendo malissimo dalla trasferta di Newcastle. Che partita ci dobbiamo aspettare? Ne abbiamo parlato in esclusiva con Jimmy Algerino, ex giocatore dei parigini e vecchia conoscenza del calcio italiano per aver indossato le maglie di Venezia e del Legnano di Marco Simone, suo compagno di squadra proprio al PSG. Oggi conduttore e opinionista di Europe1, Algerino ci dice la sua:

Jimmy Algerino, che Paris Saint-Germain si troverà di fronte il Milan?
"Il Paris Saint-Germain ha palesato delle difficoltà a giocare in trasferta, al contrario in casa va forte eccezion fatta della sconfitta in Ligue 1 contro il Nizza. Ma nel complesso avere il pubblico dalla propria parte è un qualcosa che fa rendere meglio la squadra".

Sulla carta è una delle squadre più forti al mondo. C'è un punto debole?
"Io penso che il centrocampo sia il reparto in cui c'è qualche difficoltà in più ed è un problema a mio avviso che persiste da tempo. Diciamo che mancano giocatori di grinta e carattere come Thiago Motta e Verratti. Con una squadra così proiettata in attacco vedo la mediana lasciata troppo sola, senza che qualcuno dia una mano".

Come si spiega l'addio di Verratti?
"Per me è un enigma perché ritengo Verratti un giocatore fondamentale. L'hanno mandato in Qatar ed è una scelta sorprendente, dato che potrebbe giocare in tutte le squadre d'Europa".

Zaire-Emery è il nuovo che avanza e il giocatore che gli ha preso il posto. Alla fine il PSG aveva il fuoriclasse del centrocampo in casa?
"È molto giovane, quindi aspettiamo prima di dire se diventerà un grande in Europa. Devo riconoscere però che a oggi è il meglio che il PSG offre a centrocampo, le sue prestazioni sono molto buone. Credo che vada gestito un po' di più, mentre Luis Enrique lo mette in campo sempre".

A proposito di Luis Enrique, è l'ennesimo allenatore scelto dalla proprietà qatariota. Sarà la volta buona per vederne uno per lungo tempo sulla panchina del PSG?
"Tutti i grandi club hanno lo stesso problema, guarda il Bayern ad esempio. Riguardo Luis Enrique è un allenatore di grande esperienza e la mia impressione è che se è venuto a Parigi è perché ha tutte le possibilità di avere voce in capitolo per fare la squadra a sua immagine e somiglianza. Tra tutti gli allenatori del periodo qatariota solo Ancelotti ha avuto la possibilità di avere questo potere. Per il resto il rapporto con la stampa è un po' conflittuale e l'impressione è che si aspetti un suo passo falso".

Perché la Champions è sempre un flop per il Paris Saint-Germain?
"Al di là della pressione che hanno tutti i grandi club, per me il problema è che manca la costanza: ogni anno troppi cambiamenti in rosa, dall'allenatore, al direttore sportivo, ai giocatori. Una società per essere vincente ha bisogno di continuità e un progetto forte per diversi anni. Non puoi fare ogni anno la rivoluzione".

Via due fenomeni ma due primedonne come Messi o Neymar. Da che lato la dobbiamo guardare?
"Per me non è più forte dell'anno prima. Vero che è rimasto Mbappé è il giocatore più forte ma prima avevi anche la possibilità di offrire l'ultimo passaggio a Neymar e Messi e fa tanta differenza, rispetto a Dembélé e Kolo Muani. Il primo è ancora un po' in difficoltà e non ha ancora segnato, deve adattarsi. E anche Kolo Muani non è il giocatore devastante che ci aspettiamo. In definitiva, parlando di PSG-Milan la difesa dovrà preoccuparsi soprattutto di Mbappé".

PSG-Milan per Lei è una partita speciale: italiano d'origine ex giocatore dei parigini
"Al Paris Saint-Germain sono stato compagno di squadra di Marco Simone e Leonardo. Ricordo che dissi al mio procuratore Oscar Damiani: voglio andare a giocare al Milan con Paolo Maldini. Purtroppo non si trovò l'accordo. Ricordo che chiesi anche a Leonardo di intercedere, io sarei andato al Milan a piedi. Del resto l'Italia è nel mio cuore, essendo i miei genitori originari di Foggia. E questo PSG-Milan per me è speciale".

Donnarumma è il grande doppio ex
"Penso che abbia trovato un equilibrio a Parigi, lo vedo più sereno e lo si vede in come gioca: è più sicuro, C'è ancora qualcosa da migliorare come nel rilancio con i piedi o sui corner ma sensazione è che quest'anno sia più concentrato e più rassicurante per la difesa. Certo, lo ha aiutato il fatto di essere il titolare indiscusso, cosa che ad esempio non era al primo anno, dove ha sofferto la concorrenza di Keylor Navas".

Anche Maignan ha giocato per entrambe le squadre. Sarà una sfida interessante anche tra questi due portieri
"Sono due grandi portieri, la differenza però si noterà in un dettaglio a livello "ambientale": Magnan sarà acclamato mentre mi aspetto fischi per Gigio da parte del settore ospiti. Ma questo non dovrebbe destabilizzarlo".

Domanda finale, la più scontata: come finirà mercoledì?
"Penso che se si trova una soluzione per fermare Mbappe il Milan può fare una bella gara e può persino pensare di fermare il PSG"

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