Buffon: "Anche gli avversari temono l'Italia. Scamacca? Tutto parte dall'esclusione di marzo"
Gianluigi Buffon, capo delegazione della Nazionale italiana, ha parlato a Rai2 dopo il primo giorno di raduno in vista degli Europei: "È andata molto bene, è stato molto bello rivedersi e sapere che abbiamo questa responsabilità che ci stimola tanto, ed è quella di poter arrivare a questo Europeo con la possibilità di essere protagonisti".
L'Italia spesso è stata sottovalutata…
"È una Nazionale, secondo me, che ha dei valori importanti, dal punto di vista umano e tecnico. Penso che sia una Nazionale, in maniera errata, non apprezzata per quello che è il suo valore, sia come squadra che come individualità. Ogni tanto essere sottovalutati ci fa fare delle buone competizioni, la speranza è questa".
È il girone più duro degli Europei?
"È sicuramente il girone più duro dell'Europeo, ma sarà duro anche per gli altri che ci dovranno affrontare. Questa è una certezza ed è una forza, sapere che gli altri ti temono. In un benchmark di valori, noi siamo considerati dai nostri avversari come una potenziale vincitrice".
In passato abbiamo battuto più volte la Spagna. Gli azzurri sono sempre temuti.
"Io penso che questa sia la nostra storia, al di là di come vanno le manifestazioni gli avversari sanno che, quando ci incontrano, non passeranno venti minuti sereni e che dovranno essere molto concentrati per portare a casa i tre punti. Questo in virtù di una storia importante e anche di un presente, alla fine siamo i detentori della coppa, pur avendo fallito la qualificazione al mondiale. Sanno tutti che, per batterci, dovranno sudare le proverbiali sette camicie".
Spalletti parla di calcio fluido, di invasori, costruttori e difensori, tutto nella stessa squadra. C'è tempo per mettere questi principi in testa ai giocatori? "Secondo me sì, già lo si è visto nel percorso da quando è arrivato il mister. Spalletti sta cercando di trasferire ai ragazzi dei comandamenti importanti, per quanto riguarda l'aspetto tattico, tecnico, comportamentale ed emozionale. Questo spesso fa centro: credo che lui e il suo staff siano di primissimo livello e credo che, in maniera operativa, spenderanno dalle 15 alle 16 ore al giorno alla Nazionale. Con la testa, pensando a quello che potrebbero fare, potrebbero arrivare alle 23 ore al giorno, togliendo l'ora REM della notte. Ma faranno di tutto per rendere orgogliosa la gente di noi".
La convocazione di Fagioli è stata molto discussa, oggi Spalletti ha spiegato il perché di questa scelta.
"Penso che il ct sia stato molto chiaro, ha visto in Nicolò delle qualità tecniche che magari non vedeva negli altri giocatori. Potrebbe essere un'arma in più, con caratteristiche differenti. Per quanto riguarda il resto, non capisco perché penalizzare ulteriormente un ragazzo che ha fatto un percorso e ha pagato i suoi errori. Questo fatto di andare dietro al pettegolezzo e alla maldicenza è un vizio che noi italiani dovremmo cercare di toglierci".
Scamacca deve ancora raggiungere i compagni, visto l'impegno del 2 giugno con l'Atalanta. Visti gli ultimi mesi, Spalletti deve ringraziare Gasperini.
"Beh, sicuramente. Gianluca ha dato risposte importanti in questi due mesi e mezzo, che sono partiti dalla mancata convocazione di marzo. Quello probabilmente ha fatto da sprone: da lì in poi, Scamacca ha segnato quasi ogni domenica ed è stato decisivo per la propria squadra, anche per i trofei vinti. Mi è sembrato un giocatore dentro la partita in ogni suo istante, era questo che gli chiedeva Spalletti. Poter contare su un attaccate che sta vivendo un momento simile ci dà fiducia. Detto ciò, abbiamo anche Retegui e Raspadori che sono giocatori importanti, con caratteristiche differenti, che ci possono dare tanto".
Si ritira Bonucci: cosa ha lasciato alla Nazionale? "Tantissimo. Leo è stato un grandissimo campione, un grande leader, un ragazzo generoso, che si è sempre sacrificato per la causa, a prescindere dalla sua forma fisica e dai suoi acciacchi. Ha scritto delle pagine fondamentali per la nostra nazionale. Ci ha reso orgogliosi e ci ha fatto gioire diverse volte".
Spalletti ha spiegato che è importante fare il massimo. "Il mister batte tanto su questo aspetto, quello di avere sempre una determinata fame per poter spingere sempre al massimo e poter cercare di raggiungere degli obiettivi che potevano sembrare impensabili. Questo credo sia l'ABC di chi vuole essere campione: non essere mai soddisfatto, trovare sempre un motivo per essere importante".
Ha anche ricordato che c'è anche l'avversario… "Certo, e alcune volte ci sono anche buona o mala sorte. A me viene in mente l'Europeo del 2016: facciamo un bellissimo girone, arriviamo primi e per sfortuna le squadre più titolate fanno male, così le incontriamo tutte. Fossimo arrivati in finale, mancava solo il Brasile. Hai fatto il massimo e non è andata bene: amen".
A livello giovanile stiamo lavorando molto bene.
"Significa che il nostro livello è tornato a essere quello che la nostra storia ci impone. Quando ero ragazzo incontravamo Inghilterra, Spagna, Portogallo: erano partite equilibrate, ma spesso e volentieri vincevamo. Mi sembra che stiamo tornado su quei binari lì".