Bologna, Miranda: "Italiano un lavoratore instancabile. In Italia il calcio è più fisico"
Reduce dall'oro olimpico vinto con la Spagna alle Olimpiadi, Juan Miranda è stato presentato quest'oggi a Bologna. Di seguito le prime dichiarazioni in rossoblù del difensore, rilasciate nel corso della conferenza stampa al fianco del direttore sportivo Marco Di Vaio.
Di Vaio: "Abbiamo avuto modo di apprezzare Juan alle Olimpiadi dove con la Spagna ha vinto l'oro. Miranda è un giocatore con spiccate caratteristiche difensive, che abbiamo seguito per molto tempo visto che è cresciuto nel settore giovanile del Barcellona. Lo conosciamo bene come giocatore e quando c'è stata l'opportunità di prenderlo a parametro zero abbiamo deciso di presentargli il progetto perché siamo convinti che ci possa dare una grande mano e che possa esplodere definitivamente anche in competizioni internazionali".
E' stata una primavera/estate in cui è successo di tutto, dalla fine del contratto con il Betis alla chiamata del Bologna fino all'oro alle Olimpiadi. Come è stato l'impatto con la realtà felsinea?
Miranda: "L'impatto è stato molto positivo, mi ha sorpreso molto. C'è un grande gruppo squadra che credo sia la cosa più importante dentro uno spogliatoio. Ho tanta voglia di cominciare, di scendere in campo e di conquistare vittorie. Sono molto contento di essere qui: per un giocatore l'importante è sentirsi al centro del progetto, cosa che ho percepito da subito qui a Bologna".
Hai un percorso calcistico importante, nonostante i tuoi 24 anni. A che punto della tua carriera ti senti e Bologna che step è?
"Vengo da un momento molto positivo con le olimpiadi e voglio che quest'anno sia uno step ancora più importante per me e per la mia carriera. Spero che sia un anno importante per tutti, non solo per me ma per tutta la squadra".
Quali sono le tue caratteristiche principali, in cosa devi migliorare e quali sono stati i tuoi modelli?
"Mi sono sempre definito un difensore offensivo, vista anche la esperienza nelle giovanili del Barcellona e del Betis. Soprattutto a Barcellona si chiede che il difensore sia sempre un passo avanti agli altri. Con il passare degli anni però ho imparato anche tanto alto, soprattutto l'importanza delle giocate difensive. Non ho mai avuto un idolo, ma guardo molto quelli che giocano nel mio ruolo quando guardo qualche partita".
Come è stato vincere l'oro contro la Francia?
"L'Olimpiade è stata un'esperienza unica, indimenticabile, diversa da mondiali e europei... Sono molto contento di aver vinto l'oro ma ora voglio pensare al Bologna e a vincere già da domenica".
Quando è stato il primo contatto con il Bologna?
"Il Bologna mi segue da sempre e per un giocatore è molto bello sapere che una società lo ritiene così importante".
Pensi già a come sarà giocare la Champions?
"Voglio pensare partita per partita e ora la testa è concentrata alla partita di domenica contro l'Udinese. Siamo vogliosi di giocare la Champions, ma ragioniamo una partita alla volta".
Ti aspetti di giocare domenica?
"Questo lo decide il mister, non io. Se fosse per me sì, io sono sempre voglioso di giocare".
Che cos'ha di più il calcio spagnolo rispetto al calcio di altri paesi?
"In Liga si lavora molto sulla tattica, e questo penso sia una grande differenza sia rispetto alla Serie A che ad altre competizioni. Qui dovrò abituarmi a lavorare molto anche fisicamente per stare al passo della squadra e del nuovo allenatore".
Hai già parlato con Italiano?
"Penso che Italiano sia un grande allenatore, lavora molto sul piano fisico e tattico. L'ho seguito già quando lavorare con la Fiorentina e ho parlato con Pezzella che mi ha detto cose molto positive su di lui".
Ti diverti di più a crossare, a calciare una punizione o a fare una chiusura difensiva?
"Da difensore si celebra sempre di più la porta inviolata. E' altrettanto importante andare avanti e segnare ma la cosa principale è non subire".