Roncone sulle difficoltà di Spalletti: "Poco tempo e poca qualità i nemici del ct"

Con un pezzo a firma di Fabrizio Roncone, il Corriere della Sera ha parlato di Spalletti e di come abbia modellato le sue idee in funzione delle esigenze della Nazionale: "Non era scontato che Luciano Spalletti, contro la Croazia, cambiasse anima tattica alla Nazionale. Almeno, non così radicalmente. Invece ha saputo rinunciare alla sua idea di «calcio relazionale», e ha accantonato, per adesso, quel progetto tanto ambizioso e moderno da apparire visionario, pieno di schemi liquidi e calciatori interscambiabili nei ruoli. È un tipo di decisione costosa, anche sul piano mediatico, dopo mesi di annunci e titoli sui giornali, che può prendere soltanto un grande allenatore. Certo: forse è stato costretto dalle pallonate degli spagnoli. O forse è solo che ci vuole tempo per capire dove si è arrivati".

Prosegue: "Per insegnare calcio occorre un addestramento se non quotidiano, almeno costante, sono necessarie continue lezioni alla lavagna e poi colloqui personali ravvicinati, e minuziose indagini nella psiche di ciascun calciatore. Invece lui è qui, sulla panchina azzurra, da poco più di nove mesi. Poco. Troppo poco. Soprattutto se il materiale umano a disposizione non è, diciamo così, di alto profilo internazionale".

In chiusura sulle scelte con la Svizzera: "Adesso, per dire, ci chiediamo: Zaccagni lo rimetterà in panchina, contro la Svizzera? E Jorginho: lo toglie o no? Occhi curiosi osservano gli allenamenti nascosti nel bosco. E non sono topini, mister, ma cronisti".