Neymar, bordata al PSG: "Porto rancore solo ad alcuni dirigenti. Ho la coscienza pulita"
Come lasciarsi andare. È quello che ha fatto Neymar Junior nell'intervista concessa a RMC Sport, nella quale ha ripercorso i sei anni vissuti all'ombra della Tour Eiffel, prima di dire addio l'anno scorso per volare in Arabia Saudita e firmare con l'Al Hilal. Di certo la stella brasiliana non può dimenticare il rapporto di alti e bassi avuto con i tifosi del PSG: "Il primo anno è stato fantastico, sono stato accolto molto bene dai francesi e dai tifosi. Gli ultimi due o tre anni non sono stati gli stessi, non è stato incredibile il modo in cui mi hanno trattato, è stato lo stesso per Messi", ha svelato l'attaccante di 32 anni.
Proseguendo con il triste epilogo: "Per quanto mi riguarda, è stato ingiusto perché ho sempre dato tutto in campo. Non porto rancore, ma mi ha rattristato il modo in cui i tifosi mi hanno trattato, soprattutto quando sono venuti a casa mia, quando volevano invadere la mia casa, insultarmi o colpirmi. Per quanto mi riguarda, hanno superato il limite. Il nostro rapporto non era più rispettoso, mentre io li ho sempre rispettati.... Era una situazione davvero complicata. Alla fine mi è dispiaciuto il modo in cui mi hanno trattato, ma ora l'ho superata", ha garantito Neymar.
Il bello e il brutto trascorso negli ultimi istanti a Parigi: "Rispetto il PSG e lo sosterrò sempre per ottenere i migliori risultati. Non porto rancore al club, ma solo ad alcuni suoi dirigenti e ad alcuni suoi tifosi. Ma questo fa parte del passato. Questo è il club in cui ho trascorso più tempo nella mia carriera, sei anni. Ho vissuto momenti bellissimi, ma anche tristi. E il mio rapporto con i tifosi è uno dei momenti tristi, purtroppo. Ma in termini sportivi, è stato il miglior calcio che ho giocato. Quindi sono felice e ho la coscienza pulita”.
Infine Neymar ha raccontato l'ultimo drastico momento vissuto nella sua vita, la lesione del legamento del ginocchio di un anno fa che lo ha messo fuori causa anche per la Copa America con il suo Brasile: “Credo che sia soprattutto una questione di atteggiamento mentale. Un infortunio è sempre molto difficile da affrontare per un atleta, soprattutto se si tratta di un infortunio grave come quello che ho avuto io, e tornare al massimo livello dopo non è facile. È davvero una questione di mentalità, ovviamente con le persone che ti circondano per aiutarti. Non è facile, ma le persone che mi circondano, la mia famiglia e i miei amici, mi hanno dato molto sostegno. Mi ha persino reso più forte per poter recuperare e progredire mentalmente", la chiosa.