Marsiglia pronta ad accogliere Gattuso. Ringhio è abituato a lavorare in situazioni estreme
La Ligue 1 parla sempre più italiano. Dopo Francesco Farioli (Nizza) e Fabio Grosso (Lione), il massimo campionato francese si prepara ad accogliere anche Gennaro Gattuso; il Marsiglia voleva ingaggiare un allenatore di carattere e che sappia adattarsi ad un contesto di crisi, per dare una scossa ad un gruppo che manca di personalità. Un abito da "pompiere" che sembra essere cucito su misura per il calabrese, viste anche le precedenti esperienze in panchina.
Gli inizi - L'ex centrocampista del Milan (più di 450 partite tra il 1999 e il 2012) non ha cambiato il suo modo di essere nel passaggio dal campo alla panchina. Combattivo, genuino, esperienze mai banali: ha cominciato nel Sion di Christian Constantin e poi ha lavorato nel Palermo di Maurizio Zamparini, due presidenti vulcanici e "mangia-allenatori". In Svizzera resta da febbraio a maggio 2013, in Sicilia dura poco più di un mese; poi va in Grecia, a Creta, dove resiste quattro mesi, da agosto a dicembre 2014; diciassette partite in cui entra nel cuore dei tifosi, che gli chiedono di restare nonostante l'idea di dimettersi subito.
Pisa, Milan e Napoli - Il primo incarico "stabile" è quello di Pisa, dove ottiene la promozione dalla Serie C alla B nel 2015/16 ma poi sbatte contro le difficoltà societarie. Si dimette ma torna sui suoi passi, denunciando però le gravi inadempienze del club verso giocatori e dipendenti. La retrocessione segna la fine di una storia vissuta in modo quasi viscerale e il ritorno a casa, al Milan, dove si rimette in gioco accettando di allenare la Primavera. A novembre, però, viene chiamato al capezzale della prima squadra, in difficoltà nonostante la faraonica campagna acquisti estiva; chiude il campionato al sesto posto, mentre l'anno successivo sfiora la qualificazione in Champions, chiudendo quinto.
I rossoneri lo scaricano (e si affidano a Giampaolo), ma pochi mesi dopo arriva la chiamata del Napoli di Aurelio De Laurentiis, ancora scosso dalle vicende che avevano portato alla fine del rapporto con Carlo Ancelotti (l'avvicendamento porterà al raffreddamento del rapporto tra i due amici). Un'esperienza stimolante, chiusa con il trionfo in Coppa Italia (primo e unico trofeo da allenatore) e l'addio dopo il clamoroso suicidio contro il Verona, che costa il quarto posto ai partenopei proprio all'ultima giornata.
A Valencia altri problemi - Per non farsi mancare nulla, nella scorsa stagione accetta la proposta del Valencia, altro club complicato da gestire: a gennaio, dopo aver sottolineato la mancanza di risorse e di programmazione, decide di farsi da parte. Insomma, Gattuso è pronto per una piazza calda come Marsiglia ed è abituato a lavorare in contesti "critici". Chissà se stavolta avrà fatto la scelta giusta.