Marcelo: "Non mi vedo allenatore. Mourinho? Un paio di volte mi ha fatto arrabbiare"
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Il 6 febbraio è calato il sipario sulla straordinaria carriera di Marcelo, che ha deciso di ritirarsi dopo 22 anni di calcio ad altissimo livello. Il terzino sinistro brasiliano, cresciuto nelle giovanili del Fluminense, ha esordito tra i professionisti prima di spiccare il volo verso l’Europa. Il suo nome, però, resterà per sempre legato al Real Madrid, dove ha collezionato 546 presenze e 38 gol, vincendo 25 trofei, tra cui 5 Champions League. Dopo le esperienze con Olympiakos e il ritorno al Fluminense, dove ha chiuso il cerchio, Marcelo ha deciso di appendere gli scarpini al chiodo. Una scelta maturata con serenità, come lui stesso ha raccontato in un video che ripercorre la sua carriera: "La mia storia con il calcio finisce qui, ma ho ancora molto da dare a questo sport. Grazie a tutti, vi sarò eternamente grato."
Marcelo non sembra destinato a intraprendere la carriera di allenatore, almeno per il momento. Intervistato sul suo futuro da 'El Hormiguero' ha spiegato: "Mia moglie dice che sembro un allenatore, ma per bambini. Io non mi vedo così. Un tecnico deve comprendere i giocatori, le loro particolarità, la loro cultura. Non si tratta solo di schierarli in campo, bisogna avere una mentalità aperta per aiutarli davvero", le sue parole riportate da As.
Nel corso della sua carriera, il brasiliano è stato allenato da alcuni dei migliori tecnici al mondo. Su José Mourinho, Marcelo ha raccontato: "Mi ha aiutato a essere più aggressivo. Io ho sempre amato avere la palla tra i piedi, ma lui mi disse che prima avrei dovuto imparare a recuperarla. Mi ha insegnato tanto in allenamento. Una volta mi disse che non sapevo difendere, ma che me lo avrebbe insegnato lui. Mi ha fatto arrabbiare un paio di volte, ma alla fine è andato tutto molto bene". Parole al miele anche per Zinedine Zidane, con cui ha condiviso anni di successi: "Zidane conosceva lo spogliatoio come pochi. Mi ha dato tante gioie, lo adoro sia come giocatore che come allenatore. Mi lasciava molta libertà. Mi diceva: ‘Vai avanti, dietro di te c’è Casemiro’".
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