Luis Enrique erede di Simeone all'Atletico? Tredici anni dopo il matrimonio si può ancora fare
La storia recente dell'Atlético Madrid sarebbe potuta cambiare radicalmente nel giugno 2011 se, al posto di Gregorio Manzano, fosse sbarcato nella capitale spagnola Luis Enrique. L'asturiano aveva deciso di chiudere il suo percorso con il Barcellona B e Miguel Ángel Gil intensificò le trattative per ingaggiarlo; nonostante un principio di accordo, alla fine Lucho firmò con la Roma, dove non riuscì a sviluppare pienamente la sua idea di gioco.
Così, a Madrid arrivò Manzano, che fu esonerato nel dicembre 2011 e l'Atletico si rivolse a Diego Simeone per risalire la china, una decisione davvero felice. L'argentino non solo riuscì a rivitalizzare la squadra ma è anche diventato un simbolo dei colchoneros: otto titoli in 13 anni e due finali di Champions League, entrambe perse contro il Real Madrid. Numeri mai raggiunti prima da nessun allenatore.
Nonostante ciò, riporta As, il nome di Luis Enrique è tornato a circolare da diversi anni. Ad esempio dopo il Mondiale in Qatar, quando il tecnico argentino attraversava un momento difficile e tornò di moda il nome dell'ex CT della Spagna, ma il Cholo ha poi firmato il rinnovo fino al 2027, la stessa durata del contratto di Luis Enriqu con il PSG, anche se il prolungamento non è stato ancora ufficializzato.
Domani Luis Enrique e Simeone si incontreranno al Parc des Princes in quella che è già una finale per entrambi, vista la situazione delle due squadre nella classifica della nuova Champions League. I precedenti sorridono allo spagnolo: in 14 partite ne ha vinte 9, pareggiate 2 e perse appena 3.