Mandorlini: "A Bucarest il mio Cluj fa paura. Non mi sento in bilico"
Andrea Mandorlini non è in bilico. Dopo le parole del presidente Nelutu Varga, che ha annunciato una "rivoluzione" qualora il Cluj non riesca a vincere le prossime quattro partite, il club rumeno ha precisato in un comunicato che le notizie su un possibile cambio in panchina sono prive di fondamento: "Siamo completamente delusi da questi tentativi mirati e in malafede contro il nostro club, che hanno l'unico intento di destabilizzare la squadra. Ci attende un programma impegnativo con quattro partite importanti prima della pausa e vogliamo che tutta la nostra energia sia concentrata esclusivamente in questa direzione, non per smentire periodicamente gli articoli. Anche se gli ultimi risultati non sono stati come desideravamo, sia i giocatori che il nostro allenatore godono del sostegno della dirigenza. Il gioco della nostra squadra, apprezzato dalla stragrande maggioranza degli esperti del settore, ci dà fiducia per le restanti partite di questa stagione".
Il Cluj, secondo in classifica alle spalle dell'FCSB, ha conquistato solo due punti nelle ultime quattro partite ma nessuno mette in dubbio la bontà del lavoro svolto finora dal 63enne tecnico di Ravenna. E lo stesso Mandorlini ha voluto fare alcune precisazioni ai microfoni di Tuttomercatoweb.com: "Sono molto dispiaciuto soprattutto perché queste notizie hanno avuto grande risalto in Italia, la mia patria, dove vorrei tornare un giorno", ha commentato a poche ore dall'importantissima sfida di Coppa contro il Rapid di Cristiano Bergodi. "Purtroppo è sempre la stessa storia: la stampa di Bucarest cerca di destabilizzare le altre squadre. Siamo secondi e siamo stati in testa per tanto tempo; so bene che la pressione è aumentata ma queste sono polemiche politiche, montate ad arte. Forse hanno paura di noi, del resto non vincono da tempo".
Mandorlini scende nei dettagli: "Sono arrivato e ho ereditato una squadra in costruzione, che ha cambiato otto titolari. L'obiettivo era quello di ristrutturare creando un progetto attraente e finora ci siamo riusciti, facendo giocare tanti giovani ed esprimendo un bel calcio. In una stagione tutti vivono dei momenti negativi; anche il Manchester City non vince da diverse partite, ma siamo contenti di quello che abbiamo fatto finora e lo è anche la proprietà. C'è grande sinergia tra noi".
Come si spiega allora gli ultimi risultati negativi?
"Abbiamo pareggiato una partita nonostante 30 tiri in porta, mentre nell'ultimo turno è arrivata una sconfitta dopo aver colpito tre pali, con un tiro al 90'. I risultati contano ma bisogna pensare al percorso e alle prestazioni, e non posso rimproverare nulla alla mia squadra. E poi in Romania la stagione è divisa in due parti: ci sono i playoff, regole particolari. È ancora lunga".
In che modo la stampa di Bucarest influenza l'opinione pubblica?
"Faccio un esempio: per un paio di settimane ho lasciato in panchina Deac, uno dei senatori della squadra, e subito le tv hanno chiamato il padre per mettere in discussione le mie scelte. Si è creato un caso che non esiste, lo stesso giocatore si è scusato con me per le parole del genitore. Il problema è che dopo ogni sconfitta vogliono subito mandarti a casa; se non ci fossero i playoff e fossimo ottavi in classifica potrei capirlo, ma è chiaro che si cerca solo lo scandalo, molto più che in Italia. La società mi ha affidato un progetto nuovo, che consenta ai giovani di crescere. Un cambio radicale, ma per farlo ci vuole tempo".
Si è parlato di Mutu come suo possibile sostituto.
"Io ho un'esperienza trentennale in panchina, lui ha appena cominciato. Non ci possiamo paragonare. Di sicuro non mi sento in bilico anche se so che dipendo dai risultati e stasera ci aspetta una partita molto delicata".
In Romania, al netto di questa vicenda, come si sta trovando?
"Al Cluj ho vinto campionato, Coppa e Supercoppa nel 2010, amo questo club. È un calcio meno seguito ma in grande crescita e lo dimostrano i risultati raggiunti dalla Nazionale, che si è qualificata a Euro 2024. Ci sono stadi sempre pieni e strutture all'avanguardia, è un piacere vivere certe emozioni".
Il pensiero, però, è rivolto sempre all'Italia.
"Vorrei tornarci, sento di poter dare ancora tanto. Ma adesso penso solo al Cluj".